Il titolo enigmatico significa che i persianofoni (coloro che parlano abitualmente il persiano, N.d.T.) costituiscono poco meno della metà della popolazione iraniana e l'Iran non è un Paese, ma un impero. Se i grandi imperi del mare (britannico, francese, olandese, portoghese, spagnolo) sono quasi scomparsi sessant'anni fa, i grandi imperi di terra (ad eccezione di quello russo, scomparso per lo più trent'anni fa) sopravvivono, opportunamente nascosti sotto la loro contiguità, come quello cinese, etiope, birmano e persiano.
La Shaffer fornisce una sintesi indispensabile dell'impero persiano, mostrando come, sotto tutti gli aspetti tranne che per il potere, i persiani sono una minoranza: dal punto di vista geografico, demografico e linguistico. Ma poiché governano, i persianofoni possono discriminare in tutti i modi consueti le minoranze dell'impero, inclusi azeri, curdi, arabi, luri, gilachi, mazandarani, turkmeni e beluci. Diffondono stereotipi negativi ("ritraggono gli arabi come primitivi ed estremisti e gli azeri come stupidi"), si impegnano nel degrado ambientale, proibiscono l'istruzione nelle lingue locali, importano forze alleate dal Libano e dall'Iraq per sedare i disordini, uccidono gli espatriati anti-regime e incoraggiano i persianofoni a trasferirsi nelle regioni abitate in gran parte dalle minoranze. Proprio come in Cina, l'attività politica volta a promuovere i diritti culturali e linguistici delle minoranze etniche viene stigmatizzata come "separatismo". A peggiorare le cose, anche l'opposizione di lingua persiana condivide questa prospettiva.
Le minoranze scontente complicano le relazioni con molti dei vicini dell'Iran, e specialmente con quelli in cui vivono anche le sue minoranze: Iraq, Turchia, Azerbaigian, Pakistan, Afghanistan. "La futura presa del regime sulle minoranze etniche iraniane è lungi dall'essere garantita", scrive la Shaffer, e, in definitiva, le minoranze "potrebbero rappresentare sfide per la stabilità della Repubblica islamica". Infatti, "in un'acuta crisi di regime, il fattore etnico potrebbe avere un ruolo nel rovesciare il governo".
L'autrice ritiene che la guerra tra Armenia e Azerbaigian "è stata un momento di svolta" per la più grande minoranza iraniana. Il che induce a chiedersi: l'Unione Sovietica si è divisa in quindici Paesi; quando arriverà il giorno della resa dei conti, quanti ne avrà l'Iran?