Anadolu Ajansı ha richiesto questa intervista, ma non l'ha pubblicata.
Anadolu Ajansı: In Francia sono successe molte cose nel corso dei mesi autunnali per quanto riguarda i rapporti che intercorrono tra il Paese e la sua popolazione musulmana, dal processo per gli attentati contro la sede di Charlie Hebdo alle brutali uccisioni a Nizza della scorsa settimana. Quanto è sorpreso da questi sviluppi?
Daniel Pipes: Dall'affaire Rushdie del 1989, le turbolenze politiche incentrate sui musulmani, sull'islamismo e sulla violenza jihadista si verificano in modo episodico nei Paesi occidentali. Finora, le acque si sono calmate senza conseguenze a lungo termine in termini di immigrazione o di integrazione. È quanto mi aspetto accadrà anche in Francia. In caso contrario, ne sarò sorpreso.
AA: Pensa che il presidente Macron stia lavorando in modo corretto con la comunità religiosa musulmana in Francia e con i religiosi per aiutarli a vivere fianco a fianco con questa cultura molto dominante, che è molto orgogliosa della sua eredità, ma che insiste enormemente anche sulla laicità?
DP: Sì, credo che Macron sollevi delle questioni difficili in maniera intelligente. Occorre un dibattito, e, spero, che si trovi una soluzione in merito alla spinosa questione del gran numero di migranti che arrivano in Francia, provenienti da una civiltà storicamente ostile e molto diversa. Quali saranno i termini di questo nuovo rapporto?
Samuel Paty. |
DP: Ognuna di queste atrocità è di per sé sconcertante. Ma, guardando al quadro più ampio, ci si può aspettare che tali efferatezze vengano perpetrate periodicamente.
AA: Quali sono le sue impressioni sul comportamento e sugli insegnamenti impartiti nella sua lezione sulla libertà di espressione?
DP: Stava difendendo la tradizione francese della libertà di espressione e della laicità.
AA: Lei percepisce in Francia un vero e proprio razzismo?
DP: Ci sono elementi di reciproca avversione e razzismo da entrambe le parti, gli autoctoni francesi e gli immigrati musulmani. Ci sono anche elementi di buona volontà. Non biasimo interamente nessuna delle parti, le ritengo parzialmente responsabili dei problemi attuali.
AA: Ritiene che fasce della popolazione musulmana conducano una vita dignitosa in Francia, dove possono praticare liberamente la loro religione?
DP: Ovviamente, i musulmani conducono una vita dignitosa in Francia, perché questo Paese continua ad essere una destinazione molto ambita dai musulmani. Se i musulmani lasciano i Paesi in cui costituiscono la maggioranza per vivere da minoranze in Francia, questo è un dato che fa riflettere.
La Grande Moschea di Parigi, finanziata dai contribuenti francesi e inaugurata nel 1926. |
AA: Gli attacchi terroristici di matrice islamista non vengono compiuti solo in Francia, ma hanno colpito Vienna, il Quebec e altre città del mondo. Perché si assiste a questo loro intensificarsi?
DP: Non ho notato alcun intensificarsi degli attacchi jihadisti in Occidente, ma soltanto i soliti alti e bassi. La tempistica ha più a che fare con le circostanze e le motivazioni individuali che con uno schema più ampio.