La Francia si è fatta prendere da una stupida isteria a proposito del burkini, il che mi ha spinto a chiedermi se gli europei prenderanno sul serio la sfida islamista.
Per cominciare, precisiamo che cos'è un burkini. La parola (talvolta scritta burqini) combina i nomi di due capi d'abbigliamento femminile totalmente opposti: il burqa (un velo islamico che copre integralmente il corpo, come fosse una tenda) e il bikini. Noto anche come costume da bagno halal, esso copre pudicamente il corpo ma permette di mostrare viso, mani e piedi ed è costituito da una parte superiore e una inferiore. Assomiglia a una muta subacquea con il cappuccio.
Che differenze c'è tra un burkini e una muta subacquea? |
Aheda Zanetti, stilista dell'azienda australiana Ahiida Pty Ltd, dice di aver coniato la parola composta nel 2003, spiegando che l'indumento è "più leggere di un burqa" ed è costituito da "due pezzi come un bikini". L'incrocio così curioso e clamoroso di due capi d'abbigliamento totalmente diversi, insieme alla necessità di realizzarlo per donne musulmane pie e attive, ha fatto sì che il burkini (come osserva l'azienda Ahiida) sia stato "oggetto di un' immediata ondata di interesse e richieste". Inoltre, alcune donne (come la cuoca star della tv britannica Nigella Lawson) lo indossano per evitare di abbronzarsi, mentre le ebree pie hanno adottato un indumento variante.
Nel 2009, una piscina pubblica di Emerainville, in Francia, vietò l'ingresso a una donna che indossava un burkini, perché tuffarsi in acqua vestiti violava il regolamento della struttura. Ma il 12 agosto scorso il burkini è diventato un problema politico di portata nazionale quando il sindaco di Cannes, una località di villeggiatura sulla Riviera francese, ha vietato l'uso del burkini (senza definire giuridicamente cosa sia esattamente) sulle spiagge della città, perché espressione dell'islamismo. Un tribunale ha poi confermato il suo divieto e il premier francese Manuel Valls lo ha ulteriormente avallato (perché il burkini è la manifestazione ostentata di un'appartenenza religiosa che è inammissibile in spiaggia), così come François Fillon, un probabile candidato alla corsa per le presidenziali francesi del prossimo anno. Così incoraggiati, altri Comuni francesi hanno seguito l'esempio, compresa Nizza, insieme a nove città del dipartimento delle Alpi Marittime e cinque del Var.
Questi fatti mi lasciano perplesso, io che mi sono dichiarato a favore del fatto che il burqa (e il niqab, un capo d'abbigliamento simile che lascia scoperti gli occhi) debba essere vietato nei luoghi pubblici per motivi di sicurezza. Questi indumenti informi non solo nascondono il viso, permettendo a criminali e jihadisti di nascondersi, ma consentono a chi li indossa di celare, ad esempio, un fucile d'assalto, senza che nessuno lo sappia. Uomini e donne usano il burqa per perseguire finalità criminali e jihadiste. In effetti, ho raccolto 150 casi di rapine in banca, rapimenti, omicidi e attacchi jihadisti compiuti dal 2002 indossando questi indumenti. Philadelphia è diventata la capitale occidentale del burqa e niqab, utilizzati per scopi criminali, con almeno 34 episodi in 9 anni.
Un cartello, in Marocco, che vieta il burkini. |
Al contrario, il burkini non comporta pericoli per la sicurezza pubblica. A differenza del burqa o del niqab, lascia scoperto il volto; è relativamente aderente e non permette di nascondere armi. Gli uomini non possono indossarlo come travestimento. Inoltre, se esistono legittimi motivi di igiene che inducono a vietare indumenti ampi nelle piscine (che hanno spinto alcuni alberghi del Marocco a farlo), questo ovviamente non costituisce un problema sulle spiagge francesi.
Pertanto, l'uso del burkini in spiaggia dovrebbe essere consentito senza limitazioni. Argomentazioni di natura culturale, come quella avanzata da Valls, sono capziose e discriminatorie. Se una donna vuole indossare una tenuta da spiaggia pudica, sono fatti suoi e non dello Stato. È anche una sua prerogativa scegliere di indossare un costume da bagno castigato che è impregnato d'acqua quando nuota.
Dovrebbero essere entrambi legali. |
La minaccia islamista all'Occidente è molto reale, dal Codice Rushdie alle bande che adescano minori per scopi sessuali, al taharrush, la poliginia i delitti d'onore, le "no-go zones" parziali, e le decapitazioni. Con l'arrivo in Europa di flussi incontrollati di milioni di migranti musulmani, questi problemi cresceranno insieme al numero degli islamisti. La gente ha i nervi a fior di pelle e la scena politica sta cambiando rapidamente, come si è visto in occasione delle elezioni presidenziali austriache, dove la metà dei voti è stata espressa a favore del candidato fautore di una linea dura sull'immigrazione.
I problemi relativi all'Islam sono senza dubbio la preoccupazione principale dell'Europa, prioritaria rispetto a temi come l'Unione Europea e la crisi finanziaria. Tali questioni devono essere risolte affrontando i veri problemi e non focalizzando l'attenzione su irrilevanze simboliche come l'uso del burkini, i negozi halal e i minareti. Il burqa e il niqab devono essere vietati (come potrebbe fare presto il governo tedesco), la libertà di espressione riguardo all'Islam e ai musulmani deve essere riaffermata, i finanziamenti sauditi e iraniani per scopi religiosi devono essere tagliati e si deve applicare un unico codice giuridico per tutti.
Ecco, dunque, il mio consiglio: bisogna concentrarsi su questi veri problemi e lasciare che le donne musulmane indossino quello che vogliono in spiaggia.
Aggiornamento del 23 agosto 2016: Per maggiori informazioni sull'argomento, si veda l'articolo del mio blog "More on Burkini Ban".