Il movimento islamista più apparire più forte che mai, ma uno sguardo da vicino rivela due punti deboli che potrebbero condannarlo, e forse in fretta.
I suoi punti di forza sono ovvi. I talebani, Al-Shabaab, Boku Haram e l'Isis portano l'islamismo – l'ideologia che mira all'applicazione integrale e rigorosa della legge islamica – a eccessi intollerabili, seminando violenza e desolazione nella loro marcia verso il potere. Il Pakistan potrebbe cadere nelle loro mani. Gli ayatollah iraniani hanno ripreso un po' di fiato con l'accordo di Vienna. Il Qatar è il paese con il più alto reddito pro-capite del mondo. Recep Tayyip Erdogan sta diventando il dittatore della Turchia. Gli agenti islamisti sciamano dal Mediterraneo verso l'Europa.
L'accordo di Vienna del luglio 2015 ha permesso agli ayatollah di riprendere fiato. |
Ma le debolezze in seno al movimento, soprattutto le liti e i disaccordi, potrebbero distruggerlo.
Nel 2013, le lotte intestine divennero violente, quando gli islamisti decisero di porre bruscamente fine al precedente schema di collaborazione reciproca. Anche se il movimento islamista nel suo insieme condivide obiettivi comuni, annovera altresì differenti intellettuali, gruppi e parti con diverse affiliazioni etniche, strategie e ideologie.
Così le divisioni interne al movimento islamista diventano contagiose nonché diffuse. Si pensi alle divisioni tra sciiti e sunniti, soprattutto in Siria. Iraq e Yemen; monarchici e repubblicani, specie in Arabia Saudita; non-violenti e violenti, come in Egitto; modernisti e revivalisti medievali, in particolare in Tunisia; senza contare i vecchi contrasti personali, soprattutto in Turchia. Tali divisioni ostacolano il movimento inducendolo a rivolgere le armi contro se stesso.
Questa dinamica non è nuova. Quando gli islamisti sono vicini al potere, combattono tra loro per il predominio. Differenze inizialmente di poca importanza si acuiscono notevolmente quando la posta in gioco diventa più alta. In Turchia, ad esempio, il politico Erdogan e il leader religioso Fethullah Gülen hanno cooperato fino a quando non sono riusciti a cacciare il loro nemico comune, l'esercito, dalla scena politica, e poi si sono rivoltati uno contro l'altro.
L'impopolarità, il secondo problema, può costituire il più grande pericolo per il movimento. Quando le popolazioni sperimentano sulla loro pelle il potere islamista, lo rifiutano. Una cosa è credere in astratto ai vantaggi della legge islamica e un'altra è subire i suoi divieti, che si tratti degli orrori totalitari dello Stato islamico o dell'emergente dittatura in Turchia, in confronto innocua.
Segnali di questo malcontento sono il rifiuto della Repubblica islamica da parte di una grande maggioranza di iraniani, l'ondata di esuli che fuggono dalla Somalia e le massicce manifestazione di protesta organizzate in Egitto nel 2013 contro i Fratelli musulmani che avevano assunto il potere appena l'anno prima. Come con il regime fascista e quello comunista, il potere islamista spesso induce la gente a manifestare il proprio dissenso.
Nel giugno 2013, grandi masse di egiziani chiedevano la fine del potere islamista. |
Se queste due tendenze dovessero perdurare, il movimento islamista andrà a finire male. Alcuni analisti ritengono che già l'era islamista sia terminata e vedono emergere qualcosa di nuovo dalle sue ceneri. Ad esempio, lo studioso sudanese Haidar Ibrahim Ali sostiene che è iniziata l'era "post-islamizzazione" perché "la vitalità e il fascino dell'islamismo si sono esauriti anche tra i più ferventi dei suoi sostenitori e fan".
I nemici dell'islamismo hanno molto lavoro da fare. I musulmani devono combattere questo movimento e anche sviluppare una valida alternativa al suo obiettivo di applicare la legge islamica, spiegando costruttivamente cosa significhi essere un musulmano nel 2016. I non-musulmani possono fungere da validi ausiliari fornendo loro ogni cosa dai plausi ai fondi per l'acquisto di armi.
I problemi sempre più gravi dell'islamismo suscitano fiducia ma non compiacimento, dal momento che un'altra inversione di rotta potrebbe avvenire in qualsiasi momento. Ma se perdura l'attuale tendenza, il movimento islamista avrà una portata limitata, come per il fascismo e il comunismo prima, danneggiando sì la civiltà occidentale, ma non distruggendola.
Qualunque sia la tendenza, sconfiggere l'islamismo continua a essere la sfida da affrontare.