Intervistato da Tiffany April Griffin di History News Network
Perché ha scelto di fare lo storico?
Quando al college ha capito che la matematica non faceva per me, ho rivolto la mia attenzione alla storia, che offre, come mi sono reso conto, "il modo migliore per capire le notizie del giorno". Il Medio Oriente mi ha affascinato perché allora, come ora, era l'area geografica più vivace e interessante del mondo.
Qual è il sito storico da lei visitato che predilige maggiormente e perché?
Negli anni Settanta ho vissuto tre anni al Cairo. Come Roma, questa città vanta monumenti che risalgono a molti millenni fa. Di questi siti, quello che mi ha affascinato di più è Al-Qarafa (ossia la Città dei morti). Esso annovera grandi mausolei dei sultani mamelucchi, tombe comuni e lì vive una numerosa popolazione incredibilmente povera. Non c'è niente di simile in tutto il mondo.
La Città dei morti (Al-Qarafa) al Cairo. |
Se potesse andare a cena con tre storici (vivi o morti), chi sceglierebbe e perché?
William H. McNeill, il principale esponente della World History (nato nel 1917), perché ha la più ampia visione della condizione umana; Bernard Lewis, lo storico del Medio Oriente (nato nel 1916), perché conosce bene l'area geografica che studio; Richard Pipes, specializzato in storia della Russia (nato nel 1923), perché lo conosco ed è il mio modello di vita.
Quali libri sta leggendo in questo momento?
Pierre van Paassen, Days of Our Years (1939) e Rodney Stark, How the West Won (nella versione italiana La vittoria dell'Occidente, N.d.T.) (2014).
Qual è il suo libro di storia preferito?
The Rise of the West di McNeill (1963) il miglior resoconto di tutta l'esperienza umana.
Qual è la sua biblioteca preferita e in quale libreria si reca per cercare libri di storia?
Per quanto riguarda la biblioteca, la mia preferita è la Widener della Harvard University, dove mi sono fatto le ossa nell'ambiente accademico. Quanto alla libreria, beh, ho smesso di frequentare le librerie.
Possiede dei rari libri di storia o da collezione? Raccoglie manufatti storici?
Non proprio. Il mio libro più prezioso, fino a quando non l'ho dato via, era una copia del Salterio, stampato a Genova, nel 1516, in cinque lingue (compreso l'arabo), che (stranamente) contiene la prima biografia stampata di Cristoforo Colombo.
Qual è il suo museo storico preferito e perché?
La mia visita più memorabile fu quella nel 1972 al National Museum di Ta'izz, nello Yemen. Come lo definisce la Lonely Planet Guide : "Anche se non è proprio un museo, ma è il palazzo di pietra dell'Imam Ahmed, questo museo-palazzo illustra la vita e l'epoca del suo precedente e stravagante proprietario".
Qual è il suo periodo storico preferito?
Quello medievale: abbastanza lontano per fornire una prospettiva sui nostri tempi, abbastanza vicino per essere collegato a noi.
Che consiglio darebbe ai laureati in storia che cercano di fare della storia la loro professione?
Dedicare tempo e sforzi a scrivere in maniera piacevole per i lettori.
Joseph F. Fletcher, Jr., nel 1978. |
Qual è stato il suo insegnante di storia preferito?
Joseph F. Fletcher, Jr., storico della Cina e dell'Asia centrale (1934-1984): relatore della mia tesi e il mio migliore amico fino alla sua prematura scomparsa causata dal cancro.
Perché è di fondamentale importanza salvare la storia e le biblioteche?
Questa è una domanda molto appropriata per uno specialista di Medio Oriente che assiste (e documenta) alla distruzione di monumenti, musei, biblioteche ed altri reperti storici della regione. Essi sono necessari per poter capire meglio il nostro passato e di conseguenza il nostro presente.
Qual è il suo aforisma preferito legato alla storia?
"Il passato è un paese straniero" dello scrittore inglese L. P. Hartley (1895-1972).