Secondo Smith, che è stato program officer presso la Twentieth Century Fund, il primo tentativo da parte degli esperti di influenzare la politica risale al 1865, quando un gruppo di studiosi si riunì a Boston e fondò l'American Association for the Promotion of Social Science. La creazione della Russell Sage Foundation nel 1907 generò un modello di un organismo di ricerca e di difesa. Per i successivi sessant'anni, la scienza, l'efficienza e la tecnologia hanno ispirato i think tank; il liberalismo è diventato un'ortodossia quasi indiscussa. Quest'epoca si è conclusa con la comparsa negli anni Settanta di istituzioni conservatrici, che hanno cambiato totalmente la natura di questi serbatoi di cervelli. I conservatori, argomenta Smith, "hanno preso le idee e le astrazioni intellettuali più sul serio (…) rispetto a quanto avevano fatto a metà secolo gli eredi del pragmatismo e del liberalismo". Infatti, secondo i conservatori gli errori intellettuali sono la causa principale dei problemi moderni. Con questa sfida alle ortodossie dominanti, entrano in gioco i think tank.
Ma che impatto reale essi hanno avuto? Smith ritiene che l'impatto a lungo termine dei conservatori avesse più a che fare con l'obiettivo di contribuire a formare una élite politica conservatrice piuttosto che con lo scopo di convincere l'opinione pubblica. "I think tank della destra non hanno fatto una rivoluzione, anzi hanno preparato i quadri rivoluzionari che salirono al potere nel 1980". Per molti di coloro che sono attivamente impegnati nella formulazione delle politiche la competenza è diventata il mezzo necessario per ottenere degli avanzamenti di carriera; chi ha conseguito un dottorato di ricerca (PhD) può avere carriere pubbliche più lunghe e varie rispetto ai funzionari pubblici; ed essi occupano quasi ogni posto in seno al governo federale.