Terminando il proprio lavoro con la pubblicazione di cinque volumi piuttosto che i sei previsti, il Progetto fondamentalismo conclude con un monumento di erudizione uno studio e un'interpretazione che potrebbero rappresentare l'analisi più approfondita e completa del fenomeno fondamentalista per i decenni a venire. Una squadra di studiosi famosi (come Gabriel Almond, Wayne C. Booth, Ernest Gellner, S.N. Eisenstadt e Emmanuel Sivan) si è messa al lavoro su quello che sa fare meglio: comparare e mettere a confronto il fondamentalismo nelle tradizioni religiose ebraica, cristiana, islamica e dell'Asia meridionale. I capitoli sono innovativi nell'affrontare argomenti come il senso dell'umorismo negli ambienti fondamentalisti (più prevalente di quello che si potrebbe pensare) e l'analisi letteraria delle storie riguardanti il ritrovamento della vera fede. In tutto il volume, come vuole l'intero progetto, regna l'ipotesi che i "fondamentalismi" siano un fenomeno similare in tutte le religioni.
Questo volume contiene troppe teorie da poter riportare qui; ne basta considerare due, una nel capitolo introduttivo e l'altra nei capitoli finali. Nel primo capitolo, Sivan sostiene che l'attrazione principale dei movimenti fondamentalisti risiede nella loro natura di "enclave", nell'offrire loro un'identità di gruppo e di far parte di una rete sociale. Pertanto, ad essere più attratti dal fondamentalismo non sono gli oppressi né i poveri quanto invece le persone subalterne ed emarginate – chiunque, dai pendolari provenienti dai sobborghi intrappolati a livello intermedio nelle grandi imprese agli abitanti delle baraccopoli di Teheran o del Cairo. Un trio di autori termina lo studio osservando che i fondamentalismi hanno delle migliori prospettive politiche nei paesi autoritari piuttosto che in quelli democratici: se l'attività di repressione dei primi "non estirperà questi movimenti", "le tentazioni e le sfide" dei secondi costringeranno i fondamentalisti ad accalcarsi nelle loro enclave, dove rappresenteranno una piccola minaccia per lo Stato.