Nella migliore tradizione della scrittura concisa delle opere di consultazione, Segal racchiude una sorprendente gamma di informazioni in sole 170 pagine di testi e mappe. Egli traccia la storia della migrazione umana dalle sue origini che affondano nell'Africa orientale, esamina le migrazioni volontarie per epoche e aree geografiche, e poi fa la stessa cose con le migrazioni coatte, concentra l'attenzione su alcune delle grandi diaspore (cinese, giapponese etc.) e termina il volume con una sezione che tratta di argomenti come il turismo, le rimesse degli immigrati e la fuga dei cervelli.
La forza dell'Atlante risiede nel suo approccio sinottico, che prende in esame tutte le epoche e tutti i luoghi. Ciò dà la giusta prospettiva a ogni migrazione specifica e fornisce un contesto. Ad esempio, viene offerto un elenco di "migranti come una percentuale delle popolazioni dei paesi mittenti dell'emigrazione" dimostrando che non meno di trenta paesi inviano oltre il 10 per cento della propria popolazione all'estero. Segal scopre alcuni modelli molto importanti: "L'esplosione demografica del XX secolo", egli osserva, "non è stata accompagnata da una corrispondente crescita della migrazione internazionale". Ma forse la frase più sorprendente del libro è contenuta nella parte dedicata al turismo: "Il turismo internazionale sminuisce la migrazione internazionale in termini di volume e spese", incidendo da due terzi a tre quarti su tutti i viaggi mondiali per volume.
Se non riuscite a trovare i cento dollari necessari per acquistare questo volume, dovreste trovare un'ora di tempo per consultarne una copia in una biblioteca, facendolo preferibilmente nei pressi di una fotocopiatrice.