Il titolo deriva dall'assunto dell'autore che ognuno dei suoi sessantadue saggi "è stato scritto nell'ambito di una immaginaria riunione dei libri che ha luogo tutte le sere" nel suo studio; poi, purtroppo, lo stesso tema sussiegoso si estende a quasi l'intero testo. In particolare, come molti intellettuali sciocchi che pretendono di essere intelligenti, Abou El Fadl tenta di farsi un nome attaccando quello degli altri, che si tratti di Joseph Schacht, l'eccelso fondatore degli studi giuridici islamici o di tutti i tradizionalisti e conservatori musulmani e dei liberali che egli accomuna e definisce "disonestamente selettivi". E a suo dire, quale uomo sarebbe onesto, a parte lui?
Tuttavia, questo libro pomposo va recensito perché Abou El Fadl è riuscito a ingannare alcuni personaggi autorevoli, facendo loro credere di essere un intellettuale musulmano americano moderato (In particolare, Teresa Watanabe del Los Angeles Times ha scritto che la sua è "la voce di un intellettuale di spicco che si leva contro l'intolleranza fra musulmani" tratteggiando un suo ritratto adulatorio). Questi ammiratori chiudono un occhio sui seguenti fatti sgradevoli che riguardano Abou El Fadl: 1) I saggi pubblicati in questa raccolta (circa la metà del totale) apparvero per la prima volta in The Minaret, il bollettino interno dell'Islamic Centre of Southern California, un'importante istituzione dell'Islam militante. 2) Abou El Fadl ha ammesso di foraggiare la Holy Land Foundation di Richardson, in Texas, un'organizzazione che il presidente Bush in seguito ha chiuso perché raccoglieva fondi per conto di Hamas, e che il presidente ha definito "una delle più efferate organizzazioni terroristiche del mondo odierno". 3) Abou El Fadl, che parla per conto del Council on American-Islamic Relations, ha dichiarato di recente di essere uno dei custodi dell'immagine dell'Islam negli Stati Uniti, [custodi] che sono "poco più che complici delle organizzazioni terroristiche". Abou El Fadl, triste a dirsi, è solo un altro estremista musulmano.