Mariam Shahin, presentata come giornalista e autrice, ha scritto una delle più curiose guide di viaggio. Questo genere di libri normalmente aspira ad aiutare il viaggiatore nel suo viaggio, ma questa guida nutre l'aspirazione più grandiosa di "cercare di trovare tutte le cose palestinesi – passate e presenti – nella Palestina storica". In altre parole, il suo obiettivo è politico e non turistico. La si definisce guida ma non è tale: non contiene infatti gli indirizzi delle strade, e men che meno gli orari di apertura e di chiusura, le valutazioni degli alberghi e dei ristoranti o altri consigli pratici.
Forse l'aspetto più strano di questo libro è la pretesa che Israele non esiste – eliminando simbolicamente lo Stato ebraico in attesa che lo facciano l'Olp, Hamas e la Jihad islamica palestinese. Così Giaffa riempie un capitolo di venti pagine mentre la città molto più grande di Tel Aviv è a malapena menzionata e a denti stretti. Però, la Shahin dedica un intero capitolo a ciò che definisce un Muro (scritto sempre con la maiuscola) "massiccio e orribile".
Concepita come uno strumento di propaganda, la guida contiene una dose eccessiva di imprecisioni.
La prima pagina informa erroneamente che "la Palestina è una terra santa per i musulmani". L'asserzione secondo la quale "gli archeologi non hanno ancora verificato l'esistenza storica" del Tempio di Salomone è un'assurdità risibile. E Lord Balfour non aveva "origini ebraiche".
A sorprendere ancor di più sono le candide affermazioni che spuntano fra i triti tropi antisionisti. Si dice che i palestinesi includano ebrei, musulmani e cristiani, un'inclusione rara. Il paragone dei palestinesi presenti in Giordania con gli ebrei residenti negli Stati Uniti mi fa riflettere. L'affermazione "Molti libanesi hanno accusato l'Olp e le sue politiche della distruzione del loro paese" deve essere scivolata nel testo quando qualcuno era distratto. E ho dovuto rileggere tre volte una frase perché non riuscivo a credere ai miei occhi, beh in questa frase si affermava che negli anni Trenta ci fu un incremento della popolazione araba di Palestina in parte perché "l'infusione di capitali britannici ed ebraici creò posti di lavoro". Questa è una tesi, enunciata inizialmente da Joan Peters (e ripresa in questa rivista da Fred Gottheil), che gli elementi antisionisti negano con veemenza.
Come ho già detto, si tratta di una guida curiosa, di un vademecum che riguarda solo il conflitto arabo-israeliano.
Aggiornamento del 1° ottobre 2007: Questa settimana in Palestina propone una versione politica non meno curiosa di un vademecum turistico, anche se almeno contiene informazioni su alberghi e ristoranti, mappe, cartine e altre informazioni pratiche.
La mappa di Gerusalemme (qui la versione a grandezza naturale) esemplifica le contorsioni di questo documento. Tutti gli alberghi indicati nel riquadro in alto a sinistra appartengono agli arabi, la mappa, però, mostra solo un albergo, il King David, di proprietà ebraica. Essa indica una "Piazza del Muro del Pianto" (usando un termine obsoleto per designare ciò che ora è chiamato il Muro occidentale) ma ravvisa solo moschee e chiese nella città vecchia e nessuna sinagoga. La mappa mostra il quartiere ebraico, ma non lo cita per nome usando solo quello in arabo ("Harat al-Yahud"). Il sito ebraico di Shimon HaTzadik è storpiato in "Shimon Hatz"; inoltre esso è considerato un sito archeologico e non religioso.
Immagino i lunghi dibattiti causati da ognuno di questi compromessi tra la politica e l'aspetto pratico.
Aggiornamento del 1° gennaio 2011: Il cosiddetto Ministero del Turismo e delle Antichità dell'Autorità palestinese ha tratto ispirazione dalla guida qui recensita per creare un annuncio pubblicitario in cui far credere che Israele non esiste. Ecco il testo:
La Palestina è una terra ricca di storia con una tradizione di ospitalità. Dalle celebri città di Gerusalemme, Betlemme, Hebron, Gerico, Nablus e Gaza, il popolo palestinese vi invita a visitare la Terra Santa. Importante per le tre principali religioni del mondo, la Palestina è un punto di incontro per le differenti culture sin dai tempi preistorici. A partire dai primi pellegrini religiosi, il paese ha assistito a un andirivieni di visitatori famosi.
La Palestina si colloca tra la costa mediterranea e il fiume Giordano, al crocevia tra l'Africa e il Medio Oriente. I differenti volti di ogni città palestinese vi ricordano questa ricca storia di influenze interculturali.
Oggi la Palestina è orgogliosa di offrire sistemazioni confortevoli ed eleganti, favolosi ristoranti, raffinati artisti e gallerie d'arte, prodotti artigianali di squisita fattura, innumerevoli siti archeologici e religiosi e vestigie di ogni epoca.
Occorre visitare questo meraviglioso paese per apprezzare l'aspetto più palpabile della sua cultura: la cordialità e l'umorismo del popolo palestinese. Unitevi alla lunga lista di visitatori che nel corso dei secoli hanno potuto godere della bellezza di questa terra.
Per maggiori informazioni sul turismo in Palestina, si prega di visitare il nostro sito web: www.travelpalestine.ps
Commento: Qualcosa mi dice che potrebbe essere difficile vendere "la cordialità e l'umorismo del popolo palestinese".