A 45 anni, Mary Quin, una donna in carriera che aveva appena ricevuto un incarico di prestigio alla Xerox, era un'amante dei viaggi esotici, viaggi che alla fine del 1998 la portarono in Yemen con un gruppo di altri diciotto turisti occidentali. Tutti insieme, essi ebbero la sfortuna di finire con la loro Land Cruisers nel bel mezzo di una guerra tra il governo e un'organizzazione islamista chiamata Aden Abyan Islamic Army (AAIA). Il gruppo di turisti fu preso in ostaggio il 28 dicembre e sequestrato per più di un giorno prima che le forze militari yemenite attaccassero l'AAIA, attacco che portò alla morte di quattro turisti, due terroristi e di un soldato. La stessa autrice vide la morte da vicino, ma il terrorista che le puntava un fucile d'assalto AK-47 alla schiena fu colpito prima che la potesse ferire o freddare: con un atto di audacia, Mary Quin riuscì a sfilargli l'arma dalle mani, mentre lui era ancora vivo, un atto temerario che però la toccò profondamente (la femminista liberale dai modi dolci confessa di aver avuto una rivelazione, proprio mentre lottava con esultanza per disarmarlo: "È questo dunque il motivo per cui gli uomini amano la guerra").
La storia del sequestro occupa solo il primo quarto del libro; il resto delle pagine è costituito dal racconto personale della Quin, con tanto di indagini svolte dall'autrice per capire cosa fosse accaduto a lei e ai suoi compagni di viaggio. Attraverso un'assidua ricerca mediatica e alle indagini private che la condussero alla moschea londinese di Finsbury Park (per incontrare il famigerato Abu Hamza) e grazie anche a un viaggio che la riportò in Yemen e sulla scena del crimine, la Quin elabora un resoconto coerente delle tensioni che culminarono nel suo sequestro. Oltre a rendere disponibile la storia di un importante episodio terroristico, prefigurando l'attuale problema dei musulmani occidentali che si recano in Iraq per unirsi alla violenza, l'autrice fornisce una bella testimonianza della sua crescita personale, per meglio dire trasformazione, come risultato della sua breve ma devastante esperienza di ostaggio.
Aggiornamento del 9 ottobre 2012: La ruota della giustizia gira lentamente ma gira. Dopo sette anni di tentativi, Abu Hamza è stato alla fine estradato dalla Gran Bretagna negli Stati Uniti e oggi fa la sua prima apparizione in un'aula di tribunale, accusato (tra i vari capi d'accusa) di aver partecipato all'episodio del sequestro di cui si è detto sopra.
Aggiornamento del 26 ottobre 2012: La data dell'udienza è stata fissata per il 26 agosto 2013.