Abu-Rabi' ritiene che le origini dell'Islam fondamentalista debbano essere ricercate tanto nel colonialismo europeo quanto nell'Islam. Quest'ultimo "è una componente forte – talvolta negativa, altre volte positiva – nelle società arabe moderne al pari dell'impatto coranico nello spirito arabo". Per dimostrare il suo punto di vista, l'autore dedica metà del suo libro all'analisi di ciò che lui definisce "la grandiosa esegesi" di Sayyid Qutb, l'oltraggioso ideologo egiziano che ha contribuito a definire un gran numero di tratti fondamentali del fondamentalismo moderno, tra cui l'odio verso i musulmani moderati e l'antisemitismo.
Dire che Abu-Rabi' è favorevole a Qutb (e a molti altri autori fondamentalisti) sarebbe un eufemismo. Infatti, egli funge da suo apostolo per i lettori anglofoni. Ad esempio, egli spiega il concetto di Qutb dell'imperialismo intellettuale, lo elabora e poi torna a Qutb. L'autore e l'argomento si fondono in un'armonia quasi perfetta.
Il lettore attento non sarà sorpreso dal fatto che Abu Rabi' mitiga il marchio odioso del fondamentalismo: nei ringraziamenti contenuti nel volume, egli ringrazia Ramadan 'Abdallah (della University of South Florida a Tampa) per aver letto il suo manoscritto. Nell'ottobre 1995, quando il volume era in corso di stampa, Ramadan 'Abdallah ricomparve a Damasco come Ramadan 'Abdallah Shalah, leader della Jihad islamica, il gruppo anti-israeliano più sanguinario che sia mai esistito. Come titola il New York Times a proposito di questa storia: "Il professore parlava di comprensione ma ora rivela legami con i terroristi". No, non sorprende che Abu Rabi' si scusi degli assassini ma che la State University of New York Press debba stampare tale spazzatura propagandistica.