L'acqua sembra un argomento noioso, ma attirerà sempre più l'attenzione dei mediorientali e degli analisti che risiedono fuori della regione. Ponendo la questione nella giusta prospettiva, Paul Balta ha di recente scritto che "se il periodo che va dal 1960 al 1980 fu dominato dal petrolio, gli anni che vanno dal 1990 al 2010 saranno dominati dall'acqua". Thomas Naff (il curatore del volume, N.d.T.) concorda: "La risorsa più importante del Medio Oriente del XXI secolo non sarà il petrolio ma l'acqua". Di conseguenza, Naff fa delle questioni idriche l'obiettivo principale dell'indagine svolta dall'Associates for Middle East Research, un gruppo con sede a Philadelphia da lui diretto, e il volume qui recensito è il primo dei suoi numerosi studi approfonditi sull'acqua a essere pubblicato.
Kolars e Mitchell si occupano della metà settentrionale del bacino del fiume Eufrate (la metà meridionale sarà trattata separatamente), dedicando una particolare attenzione al Progetto per lo sviluppo dell'Anatolia sud-orientale, l'ingente piano per lo sfruttamento idro-elettrico che potrebbe impoverire gravemente la quantità e la qualità delle acque che raggiungono l'Iraq. Gli autori ravvisano "un modello generale di una crisi costantemente incombente" e offrono dei suggerimenti per mitigarla. Lo speciale pregio del loro studio risiede nell'approccio multidisciplinare: con eguale facilità gli autori si occupano dell'aspetto idrologico, geologico, storico, politico della questione e delle relazioni internazionali. Il risultato è innovativo, come si suol dire. Speriamo che i volumi complementari siano altrettanto ottimi.