Dr. Ozan Örmeci, ricercatore universitario: Professor Pipes, è un privilegio intervistarla. Grazie per la modestia e la cordialità nei confronti dell'UPA [Uluslararası Politika Akademisi].
Vorrei cominciare con l'Egitto. Che lettura darebbe del colpo di stato e cosa accadrà nei prossimi giorni in Egitto? Perché, a suo avviso, i Fratelli musulmani e il presidente eletto Morsi hanno perso il sostegno della comunità internazionale?
Daniel Pipes: Grazie per l'opportunità che mi è stata data di rivolgermi ai vostri lettori.
Tra divisione politica e declino economico, l'Egitto è chiamato a vivere dei giorni molto difficili. Il personaggio chiave è l'uomo forte, il generale Sisi. Egli andrà incontro alla società civile e procederà verso i liberi mercati oppure, com'è più probabile, manterrà lo stato di polizia e il vecchio socialismo dei suoi predecessori? Morsi non ha perduto il sostegno quanto invece quello egiziano; e questo è accaduto perché ha rapidamente mostrato il vero volto dell'islamismo.
Örmeci: Professor Pipes, dopo le ultime scene orribili di un attacco chimico contro i civili, ci sono segnalai che arrivano dall'Occidente di un'operazione militare verso la Siria, dove è in atto una guerra civile cominciata nel 2011 tra i sostenitori del regime e l'opposizione islamista. Come vede l'avvenire della Siria? Quale parte le sembra più radicale e pericolosa: le forze filo-iraniane di Assad o il fronte radicale islamico al-Nusra?
Pipes: Prevedo che ci sarà un attacco militare da parte dell'Occidente contro il governo siriano, ma non abbastanza pesante da influenzare l'esito della guerra civile. Per qualche tempo, la Siria sarà divisa in tre parti – il governo, i ribelli e i curdi – salvo che non vi sia un evento importante e imprevisto, come la caduta della Repubblica islamica dell'Iran o la Russia che cambia campo. Per quanto orribili possano essere le forze di Assad, credo che i ribelli siano ancor più pericolosi.
Örmeci: Professor Pipes, lei ha fortemente criticato il Partito turco per la giustizia e lo sviluppo (Akp). Il 12 giugno 2012, lei ha anche scritto che le elezioni del 2011 avrebbero potuto essere le ultime elezioni libere in Turchia. Che ne pensa del premier Recep Tayyip Erdogan e dei progetti che il suo partito ha in serbo per la Turchia? Crede che ci sia una differenza tra gli islamisti del Medio Oriente e gli islamisti turchi?
Pipes: È dal 2002 che Erdogan e l'Akp mi preoccupano e ora tutti i miei timori sono confermati. Grazie a Gezi Park, m'impensieriscono meno le frodi che potrebbero essere perpetrate dall'Akp nelle future elezioni. Gli islamisti turchi sono i più sofisticati al mondo; non c'è nessun altro come Erdogan, Gül o Gülen.
Örmeci: Professore, crede che ci sia differenza tra l'islamismo moderato e l'islamismo radicale? Se no, come pensa che una società a maggioranza musulmana possa abbracciare la democrazia occidentale?
Pipes: C'è differenza nella strategia – il primo si adatta alla modernità più del secondo (gli islamisti moderati se ne vanno in giro in giacca e cravatta mentre gli islamisti radicali indossano le lunghe vesti arabe) – ma non negli obiettivi; tutti perseguono lo stesso fine. Per meglio dire, essendo più efficienti, gli islamisti non-violenti costituiscono una minaccia più grande rispetto agli islamisti violenti.
Örmeci: Professor Pipes, lei ha di recente scritto un pezzo sull'importanza dei tumulti turchi di Gezi Park. Crede che potrebbe esserci un cambiamento importante nella politica turca in un futuro prossimo?
Pipes: Non sarei per niente sorpreso se l'Akp emulasse ciò che fece nel 1990 il Partito conservatore britannico con Margareth Thatcher, ringraziando Erdogan per il magnifico decennio e dicendogli che è arrivato il momento di andarsene. Qualcuno come Gül o Bülent Arinç potrebbe rimpiazzarlo e moderare l'islamismo.
Örmeci: Professore, che ne pensa del programma nucleare della Repubblica islamica dell'Iran? A suo avviso, l'elezione del nuovo presidente "moderato" della Repubblica, Hassan Rohani, potrebbe cambiare qualcosa nel programma nucleare iraniano e nelle relazioni tra l'Iran e il mondo occidentale in un futuro prossimo?
Pipes: I leader della Repubblica islamica dell'Iran sono completamente dediti alla costruzione di armi nucleari e nessun embargo economico glielo impedirebbe. L'elezione di Rohani è pressoché estranea a questo processo. Tuttavia, è rilevante perché mostra l'estraniazione della popolazione iraniana dall'ideologia islamista al potere.
Örmeci: Professor Pipes, che ne pensa realmente dell'Islam?
Pipes: Non esprimo opinioni sulle religioni. Ho dei punti di vista irremovibili sull'islamismo, che considero un'ideologia barbara che, come il fascismo e il comunismo, deve essere sconfitta ed emarginata.
Örmeci: Professor Pipes, non so se c'è una ragione specifica, ma perché i suoi libri non sono tradotti in turco?
Pipes: Uno però è stato tradotto. Si veda il sito web http://www.danielpipes.org/books/path.php per ulteriori informazioni su Tanri Adina (Istanbul: Yaprak Yayinevi, 1991).
Örmeci: E per finire professore, potrebbe dirci il nome di qualche accademico o scrittore turco che stima?
Pipes: È difficile rispondere, ma le faccio qualche nome in ordine alfabetico di personaggi che seguo e rispetto: Taner Akçam, Mustafa Akyol, Aslı Aydıntaşbaş, Zeyno Baran, Burak Bekdil, Tulin Daloğlu, Sedat Ergin, M. Sükrü Hanioğlu, Semih Idiz, Sami Kohen, Kemal Köprülü, Timur Kuran e Deniz Tansi.
Örmeci: Professor Pipes, la ringrazio per il tempo che ci ha dedicato.