Le donazioni islamiche (waqf) hanno una storia importante nei paesi musulmani, fungendo sia da mezzo utilizzato dalla gente per compiere delle buone azioni sia da espediente per eludere le disposizioni islamiche in materia testamentaria. Nella maggior parte dei luoghi, questa istituzione è decaduta nel XIX secolo a causa della presenza di un governo coloniale ma anche perché si pensava che i waqf ostacolassero il progresso economico. Tra i palestinesi però, soprattutto a Gerusalemme nel periodo del mandato britannico (1917-1948), il waqf ebbe una notevole diffusione.
In uno studio minuzioso e di non facile comprensione, Reiter ne mostra il motivo: in parte, perché i palestinesi consideravano il waqf un espediente per evitare che la terra fosse venduta ai sionisti, in parte, a causa della sua utilità economica nella gestione della proprietà. È interessante notare che secondo Reiter l'istituzione del waqf ebbe un declino nel periodo del dominio giordano di Gerusalemme Est (1948-1967), per poi avere un nuovo slancio quando Israele ottenne il controllo sull'intera città. Il suo studio getta una nuova luce su un'istituzione islamica importante e sulla chiara complessità del conflitto arabo-israeliano.