La Duncan, che per due anni è stata corrispondente dell'Economist in Asia meridionale, ha scritto un'accurata e istruttiva "mappa del potere" in Pakistan. Anche se il suo soggiorno nel paese è stato di solo otto mesi, l'autrice ha utilizzato bene il tempo limitando la sua attenzione su un argomento specifico: i leader, chi sono e come si comportano. Il grosso di Non rispettare il coprifuoco consta di otto capitoli, ciascuno dei quali descrive uno specifico tipo di leader: l'imprenditore, il possidente terriero, il capo tribale, i nuovi ricchi concentrati nelle aree urbane, il politico, il capo religioso, l'impiegato statale e il soldato.
Le osservazioni dell'autrice sono severe ma imparziali. Essa afferma che il Pakistan è un paese dove "l'etica dell'arricchirsi rapidamente è più forte" rispetto a qualsiasi altro luogo da lei visitato. La lealtà, una virtù molto apprezzata ed encomiata in mezzo all'elite è interpretata dalla Duncan come un "limitarsi a mantenere in ordine il bilancio". Guardando al futuro governo di Benazir Bhutto, l'autrice si aspetta di vedere "una partnership implicita tra il premier e il capo di stato maggiore dell'esercito".
È vero che il volume affronta un unico argomento ma perché i problemi sono conseguenza di una profonda disparità tra il modo in cui le cose sembrano e il modo in cui sono realmente. "La politica del Pakistan funziona male perché le persone che sostengono di accettare una serie di regole, di fatto, ne rispettano altre". I tribunali, i ministri e la polizia sembrano essere uguali ai loro eponimi occidentali; a dire il vero, essi rispecchiano il fatto che i politici pakistani sono sprofondati in ciò che la Duncan chiama "una specie di neotribalismo".