Mi piacciono le opere di consultazione come a chiunque, ma questo volume non ha alcun senso. Innanzitutto, la formula è curiosa. Perché fornire informazioni sui documenti d'archivio per accompagnare delle biografie di sette pagine? Gli autori si aspettano un lettore talmente ispirato da questi brevi cenni da lanciarsi personalmente nella ricerca di fonti primarie? È poco probabile.
Ma la cosa più importante è che le selezioni sono illogiche. Si presume che le biografie riguardino "quegli individui che, a prescindere dal loro titolo o dalla posizione, hanno maggiormente influenzato l'epoca in cui hanno vissuto" nel mondo occidentale dopo il Rinascimento. Siamo però in presenza di un vero e proprio guazzabuglio. Perché includere John Quincy Adams, Thomas Jefferson e James Madison ed escludere George Washington? Perché includere James G. Blaine, segretario di Stato americano della fine del XIX secolo e non il contemporaneo britannico William Gladstone? Perché sono presenti Dean Acheson, George Kennan e George Marshall e non Harry S. Truman? Perché far rientrare tra i super illustri J. William Fulbrigth? C'è Lester Pearson ma non c'è Leonid Breznev. Che cosa ci fa Niccolò Machiavelli fra "gli statisti che hanno cambiato il mondo"? (Egli fu un attore assai minore.) Perché Simón Bolívar è assente mentre Luis María Drago e Carlos R. Tobar sono presenti?
Le selezioni singolari di questo genere rendono un'opera di consultazione pressoché inutile, perché, anche se le biografie individuali sono ben fatte (e la maggior parte si legge bene), il lettore non può prevedere chi sarà presente nel libro e chi no. Pertanto, probabilmente non lo consulterà.