La Wilson offre il primo studio accademico e in versione integrale su re Abdullah, che è stato sovrano della Giordania dal 1921 al 1951 ed una delle maggiori figure politiche del Medio Oriente del XX secolo. Ricorrendo a considerevoli capacità letterarie e attingendo a un gran numero di documenti, l'autrice riesce a tracciare la vita di Abdullah dalla sua piacevole infanzia trascorsa sulle sponde del Bosforo alla fine dell'Ottocento ai suoi tentativi di controllare la Cisgiordania negli anni Cinquanta. Come biografia di una figura mediorientale che è anche piacevole da leggere, questo volume è altresì una gran rarità.
Le pecche di questo libro riguardono principalmente la politica. Innanzitutto tutto, la Wilson non sa nulla di Israele ed è prevenuta nei suoi confronti, pertanto molti dei suoi commenti riguardo questo Paese sono inesatti. In secondo luogo, sorprende che l'autrice sia all'oscuro dell'importante ruolo avuto dal nazionalismo pan-arabo nel motivare Abdullah. Piuttosto, la Wilson attribuisce il suo irredentismo alla debolezza della sua base in Giordania. Certo, era debole, ma anche se non fosse stato così, il lungo impegno di Abdullah nella Grande Siria lo avrebbe spinto a cercare di espandersi. L'autrice commette anche lo sfortunato errore di vedere la Palestina come un'alternativa al "pallino siriano". Infatti, Abdullah ha sempre considerato la Palestina parte della Siria. Ma questi sono problemi minori in uno studio per il resto eccellente.