Con la pubblicazione dell'eccellente biografia di Elpeleg, Haj Amin al-Husseini è oggetto di sei biografie in inglese e anche in altre lingue. Perché tutta quest'attenzione a una figura apparentemente minore e non di successo, ora riprovata dal suo stesso popolo? Perché, come mostra Elpeleg, Haj Amin ha stabilito molti dei principi di base del nazionalismo palestinese ancora oggi esistenti – dall'adozione nel 1916 della bandiera disegnata da Sharif Hussein come vessillo palestinese agli inveterati toni antisemiti della politica palestinese. Elpeleg lo ritiene responsabile, "più di ogni altra figura", di aver trasformato un conflitto locale in una grossa crisi regionale. E inoltre, Haj Amin ha stabilito le linee della politica palestinese che durano ancora decenni dopo che la sua influenza è stata minata: "Non c'è quasi nulla nella dottrina dell'Olp o negli atti istitutivi del Consiglio nazionale palestinese, che non sia stato già concepito e formulato da Haj Amin".
Nonostante la sua grande importanza, quest'uomo è stato dimenticato dai suoi eredi odierni, imbarazzati come sono per il suo estremismo palese, il suo fallimento e per la sua malvagità (si è unito alla causa nazista ed è riuscito a impedire agli ebrei di sottrarsi alla macchina di morte nazista). Pertanto, insieme a Yasser Arafat, egli continua a essere una delle due figure di spicco del nazionalismo palestinese; grazie alla narrazione accurata, esaustiva e agile di Elpeleg, comprendiamo chiaramente chi sia stata questa figura e quanto abbia fatto per avvelenare le relazioni fra ebrei e musulmani in Palestina.