Quali motivazioni si celano dietro l'attentato alla maratona di Boston del mese scorso e lo sventato attacco a un treno della compagnia ferroviaria VIA Rail Canada?
Gli esponenti della sinistra e i membri al vertice delle istituzioni forniscono in vario modo risposte imprecise e trite – come "estremismo violento" o rabbia contro l'imperialismo occidentale – che non meritano un serio dibattito. I conservatori, al contrario, ingaggiano tra di loro una vivace e importante discussione in cui qualcuno asserisce che è la religione islamica a fornire i moventi, altri invece puntano il dito contro una versione estremista moderna della religione, conosciuta come Islam radicale o islamismo.
Come partecipante al secondo dibattito, vi spiego perché concentro la mia attenzione sull'islamismo.
La moschea di Al-Azhar al Cairo, ultimata nel 972, rappresenta una vetta della cultura musulmana. |
Quelli che ritengono che il problema sia l'Islam (ad esempio ex-musulmani come Wafa Sultan e Ayaan Hirsi Ali) puntano alla coerenza partendo dalla vita di Maometto e dal contenuto del Corano e degli Hadith fino alla pratica musulmana corrente. Concordando con il lungometraggio Fitna di Geert Wilder, essi ravvisano continuità impressionanti tra i versetti coranici e le azioni jihadiste. Citano i testi sacri islamici per stabilire la centralità della supremazia musulmana, del jihad e della misoginia, concludendo che una forma moderata di Islam è impossibile. Sottolineano come il premier turco Recep Tayyip Erdogan derida l'idea di un Islam moderato. La loro domanda cruciale è: "Maometto era musulmano o islamista?" E infine costoro sostengono che noi che ce la prendiamo con l'islamismo, lo facciamo per correttezza politica o per vigliaccheria.
Al che noi rispondiamo: Sì, è vero, certe continuità esistono; e gli islamisti di sicuro osservano alla lettera il Corano e gli Hadith. Esistono i musulmani moderati ma non hanno il potere semi-egemonico degli islamisti. La negazione di Erdogan dell'Islam moderato indica una curiosa sovrapposizione tra islamismo e un punto di vista anti-Islam. Maometto era semplicemente un musulmano e non un islamista, perché quest'ultimo concetto risale solo agli anni Venti del secolo scorso. E no, noi non siamo codardi ma forniamo la nostra vera analisi.
E quest'analisi è la seguente: l'Islam è la fede risalente a quattordici secoli fa di oltre un miliardo di credenti che annovera tutti dai quietisti sufi ai violenti jihadisti. Tra il 600 e il 1200 d.C. i musulmani ottennero un notevole successo militare, economico e culturale. Essere un musulmano, allora significava appartenere a una squadra vincente, una realtà che ha ampiamente incoraggiato i musulmani ad associare la loro fede al successo terreno. Queste memorie di gloria medievale continuano a essere non solo vivide ma anche essenziali per la fiducia riposta dai credenti nell'Islam e in se stessi come musulmani.
Il trauma musulmano moderno ha inizio: Napoleone alla Battaglia delle Piramidi, 1798, come immaginata da Antoine-Jean Gros. |
La maggiore dissonanza iniziò intorno al 1800, quando i musulmani persero inaspettatamente le guerre, i mercati e la leadership culturale contro gli europei occidentali. E così è ancor oggi, perché qualunque parametro s'impieghi i musulmani sono fanalini di coda. Questo cambiamento ha causato enorme confusione e rabbia. Che cosa è andato storto da aver indotto apparentemente Dio ad abbandonare i suoi fedeli? La divergenza insopportabile tra il successo pre-moderno e il fallimento moderno ha provocato un trauma.
I musulmani hanno reagito a questa crisi in tre modi principali. I laicisti vogliono che i musulmani si sbarazzino della Shari'a (la legge islamica) ed emulino l'Occidente. Gli apologeti imitano altresì l'Occidente, ma fingono che così facendo essi osservano la Shari'a. Gli islamisti rifiutano l'Occidente a favore di una retrograda e piena applicazione della legge islamica.
Bernard Lewis ha pubblicato nel 2001 un libro intitolato What Went Wrong. |
Con l'appoggio del 10-15 per cento dei musulmani, l'islamismo ricorre a gruppi fedeli e specializzati che hanno un impatto che va ben oltre il loro numero esiguo. Esso costituisce una minaccia per la vita civilizzata in Iran, in Egitto, e non solo nelle strade di Boston ma anche nelle scuole, nei parlamenti e nelle aule dei tribunali occidentali.
La nostra domanda cruciale è "Come si fa a proporre di sconfiggere l'islamismo'" Quelli che fanno di tutto l'Islam il loro nemico non solo soccombono a un'illusione semplicistica ed essenzialista ma non dispongono di nessun meccanismo per sconfiggerlo. Noi che concentriamo la nostra attenzione sull'islamismo riteniamo che la Seconda guerra mondiale e la guerra fredda siano dei modelli per contenere il terzo totalitarismo. Noi crediamo che l'Islam radicale sia il problema e quello moderato la soluzione. Lavoriamo con i musulmani anti-islamisti per sconfiggere un flagello comune. Trionferemo su questa nuova variante di barbarismo in modo che una forma moderna di Islam potrà emergere.