Cominciando a leggere il volume La moschea, la maggior parte dei lettori potrebbe chiedersi perché un libro del genere non sia stato scritto prima, poiché l'argomento trattato si presta perfettamente a uno studio comparativo. I curatori e i loro quattordici collaboratori spiegano che la moschea è un'espressione dell'Islam, analizzano gli stili caratteristici delle nove regioni che vanno dall'Africa occidentale alla Cina e poi si occupano della scena contemporanea.
L'ultimo argomento può essere il più originale e il più importante perché gli occidentali conoscono meglio le moschee celebri del periodo pre-moderno che quelle del XX secolo. Oleg Grabar e Mohammed Arkoun offrono delle idee come al solito brillanti mentre Khan passa in rassegna le differenze architettoniche che vanno dallo pseudo-classicismo della moschea del Centro islamico di Washington, D.C., al modernismo stupefacente della moschea Sherefuddin, in Bosnia.
Troppo spesso, in un settore specializzato come quello degli studi sul Medio Oriente, un critico si vede obbligato a lamentarsi dell'eccessivo prezzo dei libri. Com'è allora piacevole poter complimentarsi con Thames e Hudson per aver incluso 378 illustrazioni, 170 delle quali a colori, e questo spiega perché il volume è un po' più costoso rispetto al prezzo medio dei testi accademici. Questa decisione di contenere il prezzo mette La moschea alla portata degli acquirenti individuali e questo li spinge ad acquistare il volume dimostrando che i prezzi modici inducono, di fatto, a vendere più libri.