Il fotografo di origini iraniane, Abbas, che fa parte dello staff dell'agenzia fotografica parigina Magnum Photos, ha viaggiato in ventinove Paesi musulmani dall'Africa Occidentale alla Cina, nel tentativo di saggiare l'indole e l'atmosfera dell'Islam fondamentalista. Abbas, che non fa mistero del fatto che la sua religione è la creatività artistica, ritiene che l'intero fenomeno sia un po' ripugnante, anche se esso lo affascina.
Anche le centinaia di foto in bianco e nero inserite nel volume Allahu Akbar potranno disgustare e affascinare il lettore, foto che corredano il testo agile e intelligente di Abbas che racconta le sue esperienze di fotografo. Violenza e morte sono i temi di spicco di questi scatti fotografici, dall'insegnante sudanese di Corano che brandisce una frusta, a una profusione di animali squartati, all'orribile sfilata di giovani uomini iraniani che trascinano trionfalmente il cadavere di una prostituta dopo averla bruciata viva. Molte immagini affascinanti riguardano le donne: una ritrae una studentessa algerina di belle arti, che indossa l'hijab, mentre dipinge una statua maschile nuda; in un'altra si vede una studentessa egiziana di zoologia, coperta dalla testa ai piedi (con tanto di guanti neri), che guarda da sotto il cappuccio in un microscopio. E ancora, una sposa afgana che partecipa a una cerimonia di nozze in cui lo sposo è rappresentato esclusivamente dalla sua immagine (perché l'uomo si trova all'estero, in Germania); una danzatrice del ventre che si esibisce in un circolo sociale della Renault, in Francia; e due donne sedute insieme su una spiaggia del Marocco, una velata e l'altra che indossa un costume da bagno.