"Comprendere cosa sia la wasta è la chiave necessaria per capire le decisioni in Medio Oriente, poiché la wasta impregna la cultura di tutti i Paesi arabi ed è una forza in ogni decisione importante. (…) La wasta è un modo di vivere". Cos'è questa forza misteriosa? Niente di molto sorprendente: la wasta è un termine arabo per designare le relazioni, l'influenza.
Per studiare la wasta, gli autori concentrano l'attenzione sulla Giordania nella speranza senza dubbio corretta che il fenomeno lì rappresenti ampiamente ciò che deve trovarsi ovunque nel Medio Oriente musulmano. Essi ritengono che la wasta sia cambiata col passare del tempo. I protettori che erano soliti aiutare i loro pupilli soprattutto per motivi di prestigio ora cercano ricompense in denaro. Inoltre, il suo obiettivo principale è cambiato, passando dal disinnescare il conflitto tribale all'acquisire vantaggi economici: "La wasta si è evoluta da risoluzione dei conflitti come mezzo di sopravvivenza a intercessione per mantenere il suo posto d'onore nella Giordania contemporanea". La wasta ha un lato positivo (umanizzare la burocrazia) ma funge anche da "misura contro la discriminazione nei confronti dei privilegiati" che ha l'effetto di fortificare i ricchi e di escludere i poveri; essa rovina la vita ai funzionari coscienziosi che cercano di vivere secondo la legge, ma sono sollecitati dagli obblighi familiari ad aiutare le proprie vite.
Anche se i due autori sono degli specialisti di scienze sociali, essi evitano il linguaggio tecnico e inseriscono le parti prettamente teoriche in capitoli separati. Di conseguenza, La wasta non solo illumina su un aspetto trascurato della vita mediorientale ma è anche un volume piacevole da leggere.