I recenti provvedimenti presi dal governo turco rivelano che Ankara potrebbe essere pronta ad abbandonare il club della Nato delle democrazie per un raggruppamento di Paesi autoritari che ha come capofila la Russia e la Cina. Ecco le prove. Dal 1997, Ankara ha chiesto per ben tre volte, senza successo, di diventare membro ospite dell'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (o Sco, conosciuta anche come Gruppo dei cinque). Fondata nel 1996 per iniziativa di Russia e Cina, insieme a tre (e poi, nel 2001, quattro) Stati dell'Asia centrale ex sovietica, la Sco ha ricevuto scarsa attenzione in Occidente, nonostante le sue smisurate aspirazioni di sicurezza e non solo, compresa la possibile creazione di un cartello del gas. Inoltre, l'organizzazione offre un'alternativa al modello occidentale, dalla Nato alla democrazia, alla sostituzione del dollaro americano come valuta di riserva. Dopo quei tre rifiuti, nel 2011, Ankara chiese di godere dello status di "partner di dialogo". Nel giugno 2012, fu accontentata.
Il logo dell'Organizzazione di Shangai per la cooperazione (in lingua cinese e russa). |
Il 31 gennaio, il ministero degli Esteri turco ha annunciato l'intenzione di chiedere alla Sco di diventare "Stato osservatore". Il 3 febbraio, Erdogan ha ribadito la sua idea, asserendo: «Vaglieremo le alternative», e ha elogiato «il processo di democratizzazione» del Gruppo di Shanghai, disprezzando «l'islamofobia» europea. Il 4 febbraio, il presidente Abdullah Gül ha controbattuto dichiarando che «La Sco non è un'alternativa all'Unione europea. (…) La Turchia vuole adottare e soddisfare i criteri dell'Ue».
Che cosa significa tutto questo?
I capi di Governo dei sei Paesi della Sco s'incontrano a Pechino, nel giugno 2012. |
L'espediente della Sco incontra notevoli ostacoli: se Ankara fa di tutto per rovesciare Bashar al-Assad, il gruppo di Shanghai sostiene fermamente il leader siriano assediato. Le truppe della Nato sono da poco arrivate in Turchia a presidiare le batterie di missili Patriot che proteggono il Paese dai missili di fabbricazione russa lanciati dalla Siria. Tutti e sei i membri della Sco si oppongono fortemente all'islamismo che Erdogan abbraccia. Forse, dunque, il premier turco ha menzionato l'adesione all'Organizzazione di Shanghai solo per fare pressione sull'Ue, o per offrire una retorica simbolica ai suoi sostenitori. Entrambe le ipotesi sono possibili. Ma io prendo sul serio questo flirt che va avanti da sei mesi per tre motivi. Innanzitutto, Erdogan ha stabilito un record del parlare chiaro, il che ha indotto un giornalista di spicco come Sedat Ergin a dire che l'annuncio del 25 gennaio sia forse la dichiarazione «più importante» di politica estera che il premier turco abbia mai pronunciato.
In secondo luogo, il giornalista turco Kadri Gürsel rileva che «i criteri dell'Ue richiedono alla Turchia democrazia, diritti umani, diritti sindacali, diritti delle minoranze, eguaglianza tra uomini e donne, una distribuzione equa del reddito, partecipazione e pluralismo. La Sco, come unione di Paesi governati da dittatori e autocrati, non richiederà il soddisfacimento di nessuno di questi criteri per diventare membro». A differenza dell'Ue, i membri dell'Organizzazione di Shanghai non eserciteranno pressioni su Erdogan affinché egli diventi più liberale, ma incoraggeranno le tendenze dittatoriali presenti in lui che già così tanti turchi temono. In terzo luogo, la Sco prepara il suo impulso islamista a sfidare l'Occidente e a immaginare un'alternativa a esso. L'Organizzazione di Shanghai, con il russo e il cinese come lingue ufficiali, ha un dna profondamente anti-occidentale e le sue riunioni pullulano di sentimenti ostili all'Occidente. Ad esempio, quando nel 2011 il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad si rivolse al gruppo, nessuno rigettò la sua teoria del complotto sull'11 settembre che a suo dire fu orchestrato in seno al governo americano utilizzando gli attentati come «scusa per invadere l'Afghanistan e l'Iraq e per uccidere e ferire oltre un milione di persone». Molti sostenitori fanno eco all'analista egiziano Galal Nassar nella sua speranza che alla fine la Sco «avrà l'opportunità di risolvere la gara internazionale a proprio favore». Al contrario, un funzionario giapponese ha osservato: «La Sco sta diventando un blocco rivale per l'alleanza americana. Essa non condivide i nostri valori».
Il russo Putin e il turco Erdogan: Dio li fa e poi li accoppia? |
I tentativi turchi volti a unirsi al gruppo dell'Organizzazione di Shanghai evidenziano un'adesione ora ambivalente all'Organizzazione del Trattato Nord-Atlantico, simboleggiata da un'esercitazione aerea congiunta turco-cinese senza precedenti del 2010. Stando così le cose, la Turchia non è più un partner affidabile per l'Occidente, ma è più una talpa nel suo rifugio. Se non espulsa, essa dovrebbe almeno essere sospesa dalla Nato.
Aggiornamenti del 6 febbraio 2013: 1) Chi ha escogitato le varie denominazioni affibbiate all'organizzazione di Shanghai fondata per iniziativa della Cina e della Russia, probabilmente non si è reso conto che in inglese il verbo "to shanghai" significa "costringere (qualcuno) con l'inganno o ingannare (qualcuno) a fare qualcosa, ad andare da qualche parte, etc.". Che sfumatura appropriata per questo sestetto semi-canaglia! Se non fosse un termine obsoleto, avrei titolato l'articolo "Shanghaiing Turkey".
(2) Alla domanda sulle osservazioni fatte da Erdogan, un portavoce della Commissione europea, Peter Stano, ha rifiutato di rispondere direttamente, limitandosi a notare che i commenti che lasciano intendere che Ankara rinuncerebbe al tentativo di far parte dell'Ue per vagliare altre opzioni sono "speculativi". Il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland, asserisce senza fare una piega: "Potrei sbagliarmi, ma le osservazioni del premier Erdogan sono in realtà un appello lanciato agli europei di assumere un atteggiamento più costruttivo e positivo verso la Turchia".
(3) Il 4 febbraio, il principale leader dell'opposizione, Kemal Kiliçdaroglu del Partito repubblicano del popolo (Chp) ha rigettato la mossa della Sco così dicendo: "La proposta di diventare membro della Sco è incoerente e sconveniente. Abbiamo diretto i nostri passi verso l'Occidente e non verso Oriente. Questa non è una novità, dal 1071 il nostro obiettivo è dirigerci verso l'Occidente. E non ci riferiamo alla geografia quando parliamo di Occidente, ma per noi l'Occidente è simbolo di modernità e civiltà". La battaglia di Manzikert ebbe luogo nel 1071 nell'Anatolia orientale e segnò la prima vittoria militare turca in Anatolia. "Noi riteniamo che l'Ue sia un progetto di modernizzazione".
(4) Ieri, Erdogan ha spiegato perché l'Ue non ha permesso alla Turchia di ingrossare le sue file: forse l'Unione è stata "esitante perché i membri non saranno in grado di fare ciò che vogliono quando la Turchia sarà ammessa". Le sue chiare insinuazioni un po' stupefacenti vogliono intendere che 1) gli europei senza i turchi sono irresponsabili e che 2) Ankara vuole modificare radicalmente l'Ue, una volta che ne farà parte.
(5) Osservando: "Noi non siamo nella Nato con questi Paesi?" Erdogan ha continuato sulla stessa falsariga a osservare che la Turchia, come unico Paese della Nato a maggioranza musulmana, "impedirebbe passi sbagliati [da parte dell'Alleanza atlantica]. In questo modo, riteniamo che sia un passo sbagliato quello dell'inclusione di Israele nella Nato. Abbiamo impedito che ciò avvenisse. Noi abbiamo le nostre linee rosse. Per noi, essere nella Nato con Israele è assolutamente inammissibile. Accettare un accordo crudele come questo sarebbe in conflitto con la nostra struttura, storia e cultura". Non solo Erdogan asserisce di aver tenuto Israele fuori dalla Nato, ma pretende altresì di avere un ruolo decisivo nell'Alleanza atlantica – qualcosa che a mio avviso è abbastanza credibile.
Se a questo si aggiunge la mossa della Sco fatta da Erdogan e la minaccia parafrasata [dai media] e lanciata da Davutoĝlu pochi giorni fa che "la Turchia non rimarrebbe indifferente a un attacco israeliano contro qualsiasi Paese musulmano", questi commenti denotano un'ostinata leadership turca che ritiene di poter dire e fare pressappoco tutto ciò che le piace. E può farlo.
(6) A giudicare dai commenti fatti ieri in Ungheria, Erdogan sembra infischiarsene di ciò che pensano gli europei. Parlando della Repubblica di Cipro riconosciuta a livello internazionale, egli ha annunciato che "Cipro del Sud non è uno Stato, è un'amministrazione. Cipro non è un Paese. C'è un'amministrazione greca di Cipro del Sud e c'è una Repubblica di Cipro del Nord a nord della linea verde".