In un unico e voluminoso tomo, l'Office of International Criminal Justice raccoglie informazioni su oltre 200 gruppi estremisti, di cui una cinquantina in Medio Oriente. Purtroppo, il risultato è pressoché inutile, a causa delle idee poco chiare su quali gruppi includere, per la presenza di informazioni obsolete e imprecise e per la quasi totale assenza di analisi.
Innanzitutto, chi è inserito nel volume e chi no, non è affatto logico. La voce sull'Iran include l'organizzazione terroristica Mujahedeen-e Khalq (MEK), ora innocua, ma non una parola sulla rete delle organizzazioni di Hezbollah che Teheran ha incoraggiato in tutto il mondo. È altresì bizzarro che parlando di Sudan si faccia riferimento solo all'Esercito di liberazione del popolo del Sudan, l'insurrezione armata nel sud che cerca di liberarsi del controllo del nord, e non si dica nulla di Hasan at-Turabi, di Osama bin Laden e della moltitudine di gruppi terroristici che essi sostengono. La Siria non è stata inserita nella lista, nonostante il sostegno del regime a decina di gruppi terroristici.
Le informazioni spesso sono inattendibili. Ad esempio, alla voce Partito nazionalsocialista siriano, si sbaglia a scrivere i nomi, si afferma erroneamente che il gruppo è costituito soprattutto da sciiti, si omette di menzionare la maggior parte delle sue azioni violente e non si legge nessuna informazione successiva al 1989. La cosa peggiore è che il gruppo risulta "non esistere attualmente", quando non è così.
E per finire, lo stile laconico e che si limita a riportare i fatti nudi e crudi non dice nulla al lettore sul contesto politico di questi gruppi, sulle loro ideologie, sulla struttura sociale o sulla loro importanza.