Al-Khateb, in un tipico esempio di pseudo-sapere, rifiuta i testi sacri ebraici e cristiani riguardo a Gerusalemme perché inesatti: "Sappiamo con certezza che sono andati persi, ritrovati, tradotti, commentati e che sono stati oggetto di commentari talvolta incorporati nei testi, e che alcune parti di essi sono state cancellate, modificate e riscritte 'in modo creativo'". Contrariamente a queste numerose falsificazioni presunte, "È con considerevole sollievo allora quando si arriva ai testi islamici", che l'autore ritiene che essi siano ampiamente soddisfacenti nel numero, trasmessi direttamente e sottoposti a un esame "critico e spietato" dagli studiosi. Il tono e il contenuto di questo contrasto poi pervadono l'analisi che segue, una polemica religiosa mascherata da ricerca, in cui l'autore tenta di far valere l'argomentazione inverosimile che Gerusalemme è più importante per l'Islam che per il giudaismo.
È vero, egli ammette, Gerusalemme ha un "alto grado di santità" nel giudaismo e la città ha un ruolo più specifico nell'escatologia di quella religione. Ma questi sono dettagli insignificanti in confronto al suo punto forte che quella islamica sia la vera fede e che, pertanto, la sua rivendicazione ha la precedenza. Ad esempio, Al-Khateeb sostiene che la conquista musulmana della città nel 638 dell'era volgare sancì un ritorno alla "pura fede di Ibrahim [Abramo] che è stata corrotta dal giudaismo e dal cristianesimo". Poi, per definire bene la rivendicazione islamica, egli fornisce il suo argomento decisivo: "Il giudaismo una volta era una forma di Islam" – pertanto come può avere una rivendicazione indipendente? Non contento di questo, Al-Khateb continua a insultare gli ebrei, dicendo che grazie "alle infiorettature e alle falsificazioni dei rabbini", essi si sono chiusi dentro a ciò che in modo indelicato l'autore chiama "una mentalità da campo di concentramento". Tutto questo lo porta a trarre due conclusioni non molto sorprendenti: gli ebrei dovrebbero convertirsi all'Islam e "storicamente essi non hanno alcun diritto ad al-Quds e alla Palestina nel suo insieme". Gli islamisti farebbero valere i loro argomenti in modo più efficace se fossero più rispettosi della sensibilità altrui e più intenzionati a cercare un terreno comune piuttosto che semplificare le differenze.