Ci sono delle storie più eclatanti della guerra d'indipendenza di Israele e storie più lunghe, ma nessuna è così ben informata, più sensata e più convincente del resoconto magistrale di Gelber. Facendo un ampio uso degli archivi e armonizzando le ricerche in una cronaca vivida, egli fornisce abbastanza particolari da far sì che le ostilità rivivano senza mai impantanarsi nei dettagli. Gelber rigetta con grazia e disinvoltura il lavoro "particolarmente irritante" dei sedicenti "nuovi storici" che a suo dire è "parziale e incompleto". Il libro ha l'unica pecca di essere stato pubblicato in un'edizione limitata e a un prezzo decisamente troppo alto; speriamo che presto farà seguito un'edizione economica.
Gelber sostiene che la prima fase della guerra ebbe inizio il giorno successivo alla decisione delle Nazioni Unite del 29 novembre 1947 di dividere la Palestina e continuò fino al ritiro britannico del 15 maggio 1948. Nel corso di quei sei mesi, ebbe luogo una guerra civile all'interno dei confini della Palestina mandataria, con i britannici che non erano disposti a esporre la loro vita per fermarla. I sionisti vinsero questo confronto con una facilità quasi sorprendente tanto per loro quanto per gli arabi, una facilità che Gelber non attribuisce alle loro maggiori capacità marziali ma alla grande superiorità delle infrastrutture di cui godevano. Egli formula una considerazione interessante ossia che la fuga volontaria degli arabi dalle zone contese s'inserisce in uno schema culturale: da spettatori delle guerre condotte dai loro governanti, gli agricoltori e i cittadini sfuggivano temporaneamente alle ostilità, e poi tornavano alla fine dei combattimenti. Ma i sionisti provenivano da un contesto europeo in cui abbandonare la terra equivaleva a rinunciarvi.
Il secondo confronto cominciò con l'invasione degli eserciti arabi del 15 maggio 1948. Questi eserciti erano malpreparati alla lotta come lo erano stati i palestinesi e, come loro, subirono una sonora sconfitta, con delle conseguenze terribili per tutti i regimi coinvolti. Ma non si può essere soddisfatti di questa versione ridotta – occorre leggere la versione completa che Gelber narra così abilmente in Palestina 1948.