Tra le conseguenze della Seconda guerra mondiale si annoverano parecchi trasferimenti di massa su larga scala e spesso fatali, come quelle dei tedeschi, coreani, indiani, pakistani e degli ebrei dai Paesi arabi. Tuttavia, continua a esistere ancor oggi un solo problema dei rifugiati: quello dei palestinesi. In realtà, non è solo esistente ma in continuo aumento: secondo le cifre delle Nazioni Unite, nel 1950, i rifugiati ammontavano a meno di un milione ma oggi sono quasi tre milioni. In che misura la persistenza di questo problema ha avuto a che fare con il fatto che solo i palestinesi hanno avuto un'organizzazione (l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'assistenza ai profughi palestinesi, per utilizzare il suo nome completo) esclusivamente dedita al loro benessere?
Purtroppo, Schiff non risponde a questa domanda, anche se fornisce un resoconto molto dettagliato dell'attività dell'Unrwa mai pubblicato, tracciando la storia dell'organizzazione dalle sue origini ottimiste (è stata modellata sulla Tennessee Valley Authority) al suo stato mendicante anni dopo. L'autore focalizza l'attenzione sull'Unrwa come istituzione, mostrando che si tratta di "un'organizzazione coloniale" in cui un manipolo di occidentali comanda numerosi "locali", come pure di un'organizzazione "apolitica" saturata di politica. Inoltre, egli fornisce delle informazioni affinché il lettore tiri le proprie conclusioni sull'impatto finale dell'Unrwa; il sottoscritto, in veste di recensore, ritiene che l'Unrwa, pur non decretando che i palestinesi abbiano lo status di profughi sino alla terza generazione, contribuisca di certo alla loro incapacità di agire. Prima l'organizzazione svanirà, meglio sarà per tutti.