È difficile non essere contenti dell'arrivo di un atlante sontuoso che tratta tutta la storia del mondo. Le immagini sono destinate a essere convincenti, le cartine interessanti e a prescindere dal bagaglio culturale che si ha, si può star certi di imparare qualcosa di nuovo in quasi ogni pagina. Detto questo, è difficile provare un particolare entusiasmo per L'atlante Harper. Da una parte, la trattazione del mondo non occidentale è troppo irrisoria per giustificare il termine "storia del mondo". Dall'altra parte, nonostante qualche aggiunta successiva, la trattazione arriva davvero sino al 1974 – perché se no l'ultima cartina riguarda "L'economia mondiale in continua crisi", un argomento oramai obsoleto? Le cartine sono inadeguate e ordinarie, e mancano di grafici originali e di nuovi concetti che un atlante ambizioso dovrebbe invece fornire. Va inoltre rilevata una vasta gamma di piccoli errori, dei forti pregiudizi del testo originale francese e l'assenza inspiegabile di un sommario. Anche se molto più costoso, le favolose cartine, i testi chiari e la coraggiosa presentazione del superbo Times Atlas of World History, a cura di Geoffrey Barraclough (Hammond, 1979), fanno ancora di quest'ultimo l'atlante storico per eccellenza.