Arrivando subito dopo il libro scritto dall'autore sulla politica di Damasco nel periodo che va dal 1860 al 1920, questo studio voluminoso dimostra come Khoury sia uno studioso di spicco della storia siriana. Il libro consta di ampie ricerche d'archivio, di interviste a persone di età avanzata e di ogni fonte secondaria sull'argomento. Purtroppo, il risultato è noioso (la narrazione va avanti per decine di pagine senza meta apparente) ed è viziato da due grosse pecche. Innanzitutto, nella cronaca di Khoury s'insinua un marxismo velato ma dogmatico. La sua analisi è caratterizzata da teorie consunte di sfruttamento imperialista, da contraddizioni capitaliste e anche da conflitti di classe. In secondo luogo, Khoury è talmente interessato all'evoluzione del nazionalismo pan-arabo (come suggerisce il sottotitolo) da trascurare e distorcere l'altro movimento politico importante dell'epoca, il nazionalismo pan-siriano. Entrambi i problemi incidono sulle interpretazioni del volume e conducono a qualche conclusione molto dotta ma assai distorta. Se è vero che gli specialisti devono informarsi sulle nuove informazioni fornite da Khoury, il lettore medio dovrebbe attenersi allo studio del 1958 di Stephen H. Longrigg, La Siria e il Libano sotto il mandato francese.