Barack Obama è apparso ben deciso a battersi contro il suo rivale repubblicano, sponsorizzando spot televisivi che chiedono: "Che cosa nasconde Mitt Romney?" L'allusione riguarda questioni relativamente minori come le precedenti dichiarazioni dei redditi di Romney, la data in cui egli ha smesso di lavorare per la Bain Capital e la documentazione ufficiosa di quando egli era a capo del comitato olimpico di Salt Like City e di quando era governatore del Massachusetts. Obama ha cercato di giustificare la sua richiesta che Romney rilasci più informazioni su se stesso, dichiarando nell'agosto scorso che "il popolo americano si aspetta che se vuoi essere il presidente degli Stati Uniti, la tua vita deve essere un libro aperto, [soprattutto] quando si tratta di cose come le tue finanze". I progressisti come Paul Krugman del New York Times approvano in modo entusiastico questo accento posto sulla storia personale di Mitt Romney.
Se Obama e i suoi sostenitori vogliono concentrare l'attenzione sulla biografia, naturalmente questa è una partita che si può giocare in due. Il moderato e cortese Romney ha già criticato la campagna per la rielezione di Obama asserendo che è stata basata sulla "menzogna e sulla disonestà" e uno spot televisivo è andato oltre affermando che Obama "non dice la verità".
Non sempre sincero: nel 1991, Obama disse di essere nato in Kenya per vendere la sua autobiografia. |
In questo schema più ampio di menzogne riguardo al suo passato si pone la questione del dibattito di Obama sulla sua fede, forse la più singolare e scandalosa delle sue bugie.
Contraddizioni
Alla domanda in merito alla religione da lui professata durante l'infanzia e la giovinezza, Obama risponde in modo contradditorio. Nel 2004, egli aggirò la domanda "Sei sempre stato cristiano?" replicando: "Sono stato allevato più da mia madre e mia madre era cristiana". Ma nel dicembre 2007 decise tardivamente di dare una risposta diretta: "Mia madre era una cristiana del Kansas. (…) Io sono stato allevato da mia madre. Pertanto, sono sempre stato un cristiano". Tuttavia, nel febbraio 2009, raccontò una storia completamente diversa:
Non sono stato allevato in una famiglia particolarmente religiosa. Ho avuto un padre musulmano di nascita ma che è diventato un ateo, dei nonni che erano metodisti e battisti non-praticanti e una madre che era scettica sulle religioni istituzionalizzate. Non sono diventato un cristiano fino a quando (…) non mi trasferii nel South Side di Chicago dopo il college.
Egli elaborò ulteriormente questa risposta nel settembre 2010 dicendo: "Sono tornato alla mia fede cristiana più tardi nella vita".
Qual è la verità? Obama è "sempre stato cristiano" oppure è "diventato cristiano" dopo il college? Un'auto-contraddizione su una questione d'identità così fondamentale, se aggiunta alla perplessità generale sull'accuratezza della sua autobiografia, solleva delle domande sulla veridicità: qualcuno direbbe la verità raccontando delle cose che lo riguardano differenti e opposte? L'incoerenza è tipica della menzogna: quando s'inventano le cose, è difficile attenersi alla stessa storia. Obama sembra nascondere qualcosa. Era il figlio areligioso di genitori irreligiosi? O è sempre stato cristiano? Un musulmano? Oppure era, in effetti, qualcosa di sua creazione: un cristiano/musulmano?
Obama fornisce alcune informazioni sul suo passato islamico nei suoi due libri, I sogni di mio padre e L'audacia della speranza. Nel 2007, quando Hillary Clinton era ancora il candidato democratico favorito alle presidenziali, un certo numero di giornalisti scovò delle informazioni sul periodo trascorso da Obama in Indonesia. Le dichiarazioni di Obama da presidente hanno fornito degli importanti spunti su ciò che lui aveva in animo. Tuttavia, le biografie principali di Obama sia benevole (come quelle di David Maraniss, David Mendell e David Remnick) che ostili (come quelle di Jack Cashill, Jerome R. Corsi, Dinish D'Souza, Aaron Klein, Edward Klein e Stanley Kurtz) dedicano poca attenzione a questo argomento.
Io dimostrerò che è nato musulmano ed è stato educato come tale, fornirò delle prove sugli ultimi anni, esaminerò l'immagine che si ha di lui come musulmano, e inserirò questo raggiro nel contesto più ampio delle fandonie autobiografiche su Obama.
"Non sono mai stato musulmano"
Obama ammette di buon grado che il nonno paterno, Hussein Onyango Obama, si convertì all'Islam. Infatti, I sogni di mio padre (p. 407 dell'originale in inglese, N.d.T.) contiene una lunga citazione di sua nonna paterna che spiega i motivi che indussero suo marito a farlo: le pratiche del cristianesimo gli sembravano "un sentimento sciocco", "qualcosa che serviva di conforto alle donne", e così si convertì all'Islam, pensando che "le sue pratiche fossero più conformi alle sue convinzioni" (p. 104). Obama l'ha raccontato volentieri a tutti: ad esempio, quando gli fu chiesto da un barbiere (p. 149): "Lei è musulmano?" lui rispose: "Lo era mio nonno".
Obama presenta i suoi genitori e il patrigno come delle persone non religiose. Egli osserva (in L'audacia della speranza p. 204-205) che suo "padre era stato educato da musulmano" ma era un "ateo convinto" quando incontrò la madre di Barack che a sua volta era una "laica dichiarata". Il suo patrigno, Lolo Soetoro, "come la maggior parte degli indonesiani, ha ricevuto un'educazione musulmana", sebbene fosse non-praticante, un sincretico che (I sogni di mio padre p. 37) "seguiva un tipo di Islam che avrebbe potuto far posto ai resti di fedi religiose più antiche come quella animista e indù".
Quanto a se stesso, Obama ammette numerosi legami con l'Islam ma nega di essere musulmano. "L'unico legame che ho avuto con l'Islam è che mio nonno paterno proveniva da quel Paese", egli dichiarò nel dicembre 2007. "Io, però, non ho mai professato l'Islam. (…) Ho vissuto per un po' in Indonesia perché mia madre insegnava lì. E quello è un Paese musulmano. E lì sono andato a scuola. Ma non l'ho praticato". Così pure, egli disse nel febbraio 2008: "Non sono mai stato musulmano. (…) oltre al mio nome e al fatto di aver vissuto in un popoloso paese musulmano per 4 anni da bambino, ho pochissimi legami con la religione islamica". Si noti qui di seguito la sua inequivocabile dichiarazione: "Non sono mai stato musulmano". Sotto il titolo, "Barack Obama non è mai stato musulmano", il sito web della prima campagna presidenziale di Obama recava un'asserzione del novembre 2007 ancora più categorica che affermava: "Obama non ha mai pregato in una moschea, non ha ricevuto un'educazione musulmana ed è un cristiano impegnato".
"Barry era musulmano"
Sono però molte le prove a favore della tesi che Obama sia nato e educato da musulmano.
1) L'Islam è una religione patrilineare. Nell'Islam, il padre trasmette la sua fede religiosa ai figli e quando un uomo musulmano ha dei figli con una donna non-musulmana, l'Islam considera i bambini musulmani. Il fatto che il nonno e il padre di Obama fossero musulmani – il grado della loro religiosità non ha nessuna importanza – implica che, agli occhi dei musulmani, Barack sia nato musulmano
2) I nomi di battesimo arabi sono basati sulla radice trilaterale H-S-N. Tutti questi nomi (Husayn o Hussein, Hasan, Hassân, Assanein, Ahsan e altri) vengono esclusivamente dati ai bambini musulmani. (Lo stesso dicasi per i nomi basati sulla radice H-M-D.) Il secondo nome di Obama, Hussein, dichiara esplicitamente che lui è musulmano di nascita.
L'atto di iscrizione di Obama alla scuola cattolica "San Francesco d'Assisi", a Giacarta. |
4) È stato iscritto come musulmano alla scuola elementare Besuki. Anche se la Besuki (nota anche come SDN 1 Menteng) è una scuola pubblica, Obama fa curiosamente riferimento a essa nel libro L'audacia della speranza (p. 154) come "la scuola musulmana" frequentata a Giacarta. I documenti scolastici sono andati perduti ma diversi giornalisti (Haroon Siddiqui del Toronto Star, Paul Watson di Los Angeles Times, David Maraniss del Washington Post) hanno tutti confermato che anche lì Obama è stato iscritto come musulmano.
5) Le lezioni di religione islamica alla Besuki. Obama dice (L'audacia della speranza p. 154) che alla Besuki "l'insegnante scrisse a mia madre che facevo le boccacce durante le ore di lezione sul Corano". Solo gli studenti musulmani frequentavano le lezioni sul Corano, due ore la settimana, riporta Watson:
Due dei suoi insegnanti, l'ex-vicedirettrice Tine Hahiyari e il maestro di terza elementare Effendi, hanno detto di ricordare chiaramente che anche in questa scuola egli era stato iscritto come musulmano, il che ha fatto sì che Obama frequentasse ogni settimana le lezioni di religione. "Gli alunni musulmani avevano un insegnante musulmano e gli scolari cristiani avevano un insegnante cristiano", ha detto Effendi.
Andrew Higgins del Washington Post cita Rully Dasaad, un ex compagno di classe, asserendo che Obama faceva baccano in classe e, durante le ore dedicate alla lettura del Corano, "si prendeva gioco della sua pronuncia buffa". Maraniss è venuto a sapere che in quella classe non solo si imparava "come pregare e come leggere il Corano", ma di fatto si provvedeva altresì a recitare le preghiere del venerdì, proprio lì a scuola.
Obama fotografato con la sua classe alla scuola pubblica SD Besuki, a Giacarta. |
6) Frequentazione della moschea. Maya Soetoro-Ng, la sorellastra più giovane di Obama, ha detto che suo padre (ossia il patrigno di Obama) frequentava la moschea "in occasione dei grandi eventi comunitari" e Barker ha rilevato che "Obama seguiva occasionalmente il patrigno in moschea per le preghiere del venerdì". Watson riporta:
Gli amici d'infanzia dicono che talvolta Obama si recava a recitare le preghiere del venerdì nella locale moschea. "Pregavamo, ma non sul serio, limitandoci a seguire i gesti delle altre persone più anziane presenti in moschea. Essendo però dei ragazzini amavamo incontrare i nostri amici e recarci in moschea tutt'insieme a giocare", ha raccontato Zulfin Adi, che dice di essere stato uno dei più cari amici d'infanzia di Obama. (…) A volte, quando il muezzin faceva risuonare la chiamata alla preghiera, Lolo e Barry se ne andavano insieme in moschea, ha chiosato Adi. "Sua madre spesso si recava in chiesa ma Barry era musulmano. E andava in moschea", ha dichiarato Adi.
7) L'abbigliamento musulmano. Adi ricorda di Obama: "Rammento che indossava un sarong". Anche Maraniss ha rilevato non solo che "i suoi compagni di classe ricordavano che Barry indossava un sarong" ma gli scambi epistolari stanno a indicare che lui ha continuato a indossare questo indumento anche negli Stati Uniti. Questo fatto ha delle implicazioni religiose perché, nella cultura indonesiana, solo i musulmani indossano i sarong.
8) La religiosità. Obama dice che in Indonesia lui "non praticava [l'Islam]", un'asserzione con cui egli ammette inavvertitamente la sua identità musulmana, lasciando intendere di non essere un musulmano osservante. Ma molti di coloro che l'hanno conosciuto contraddicono questo ricordo. Rony Amir descrive Obama come "un islamico già molto religioso". Un'ex insegnante, Tine Hahiyary, citata nel Kaltim Post, asserisce che il futuro presidente frequentava dei corsi avanzati di religione islamica: "Ricordo che lui ha studiato il mengaji". Nel contesto dell'Islam professato nel Sud-Est asiatico, mengaji Quran significa recitare il Corano in arabo, un compito difficile che denota uno studio avanzato.
In sintesi, le prove fanno pensare che Obama sia nato musulmano da un padre musulmano non praticante e che abbia vissuto per quattro anni in un ambiente musulmano sotto gli auspici del patrigno indonesiano musulmano. Per questi motivi, quelli che hanno conosciuto Obama in Indonesia lo considerano musulmano.
"La mia fede musulmana"
Inoltre, molte dichiarazioni di Obama degli ultimi anni fanno riferimento alla sua infanzia musulmana.
1) Nel gennaio 2007, Robert Gibbs, responsabile delle comunicazioni nella prima corsa presidenziale di Obama, asserì: "Il senatore Obama non è mai stato musulmano, non è stato educato da musulmano ed è un cristiano impegnato che frequenta la United Church of Christ di Chicago". Ma nel marzo 2007 egli ritornò sui propri passi, affermando che "Obama non è mai stato un musulmano praticante". Focalizzando l'attenzione sulla pratica da bambino, la campagna sollevò una questione che non è considerata tale dai musulmani (come dagli ebrei) che non reputano la pratica fondamentale per l'identità religiosa. Gibbs aggiunse, in accordo a una parafrasi di Watson, che "da bambino Obama aveva trascorso del tempo nel centro islamico del quartiere". Chiaramente, "il centro islamico del quartiere" è un eufemismo che sta per "moschea"; trascorrere del tempo lì sta ancora a indicare che Obama è musulmano.
2) Egli può aver fatto le boccacce e baccano in classe durante le ore dedicate all'insegnamento del Corano, ma Obama ha imparare come recitare la salat durante le lezioni di religione; il suo ex insegnante alla Besuki, Effendi, ricorda che lui si sarebbe "unito agli altri alunni per recitare le preghiere musulmane". Recitare la salat ha fatto di Obama un musulmano. Inoltre, egli conserva ancora con orgoglio la consapevolezza di quelle lezioni frequentate molto tempo fa: nel marzo 2007, Nicholas D. Kristof del New York Times ha mostrato come Obama "ricordasse le frasi iniziali della chiamata araba alla preghiera, recitandole [a Kristof] con accento eccellente. Obama non recitava la salat ma l'adhan, la chiamata alla preghiera (in genere salmodiata dai minareti). La seconda e la terza riga dell'adhan costituiscono la dichiarazione di fede islamica, la shahada, la cui enunciazione fa di una persona un musulmano. L'intera adhan nella sua iterazione sunnita (saltando le ripetizioni) è la seguente:
Allah è il più grande.
Attesto che non c'è altra divinità all'infuori di Allah.
E che Maometto è il Suo Messaggero.
Venite a pregare.
Venite al successo.
Allah è il più grande.
Non c'è altra divinità all'infuori di Allah.
Agli occhi dei musulmani, recitare l'adhan nel 1970 in classe ha fatto di Obama un musulmano e farlo di nuovo per un giornalista nel 2007 ancora una volta ha fatto di Obama un musulmano.
3) In una conversazione avuta con George Stephanopoulos nel settembre 2008, Obama parlò della "mia fede musulmana" per poi dire "la mia fede cristiana" dopo che Stephanopoulos lo interruppe e lo corresse. Nessuno avrebbe potuto lasciarsi uscire di bocca senza riflettere "la mia fede musulmana" a meno che non esista qualche motivo per commettere un errore simile.
4) Quando si rivolge al pubblico islamico, Obama usa soprattutto delle frasi che ricordano la sua identità musulmana. L'ha fatto sia al Cairo (nel giugno 2009) che a Giacarta (nel novembre 2010) con un "As-salaamu alaykum", un saluto che Obama, che ha frequentato i corsi coranici, sa che un musulmano rivolge a un altro. Al Cairo egli ha anche utilizzato molti termini pii che indicano ai musulmani di essere uno di loro:
- "Il Sacro Corano" (un termine citato cinque volte): una traduzione fedele dal riferimento arabo standard alla scrittura islamica, al-Qur'an al-Karim.
- "La giusta via": una traduzione dall'arabo as-sirat al-mustaqim, attraverso cui i musulmani chiedono a Allah di guidarli ogni volta che pregano.
- "Ho conosciuto l'Islam in tre continenti prima di mettere piede nella regione dove esso fu rivelato per la prima volta": i non-musulmani non fanno riferimento all'Islam come rivelato.
- "La storia dell'Isra, quando Mosè, Gesù e Maometto (…) si unirono in preghiera": questo racconto coranico di un viaggio notturno stabilisce la leadership di Maometto su tutte le altre figure sacre, incluso Gesù.
- "Mosè, Gesù e Maometto, su di loro la pace": una traduzione dall'arabo 'alayhim as-salam, che un pio musulmano dice dopo aver menzionato i nomi dei profeti morti che non sono Maometto. (Un saluto differente, sallAllahu 'alayhi wa-sallam, "Possa Allah onorarlo e concedergli pace", segue correttamente il nome di Maometto, ma questa frase non è quasi mai detta in inglese.)
Che Obama abbia detto "su di loro la pace" ha altre implicazioni oltre all'essere una forma puramente islamica della frase che non è mai utilizzata dagli ebrei e dai cristiani arabofoni. Innanzitutto, essa contraddice le convinzioni di una persona che si professa cristiana, perché la frase implica che Gesù come Mosè e Maometto è morto; la teologia cristiana sostiene che egli è risuscitato, che è vivo e che è l'immortale Figlio di Dio. In secondo luogo, includere Maometto in questa benedizione implica avere rispetto per lui, il che è qualcosa di bizzarro come sentire parlare un ebreo di Gesù Cristo. In terzo luogo, è naturale che un cristiano cerchi la pace da Gesù piuttosto che augurare a lui la pace.
5) La descrizione ampollosa e inaccurata che Obama fa dell'Islam negli Stati Uniti sa di una mentalità islamista. Egli sovrastima drasticamente le cifre e sopravvaluta il ruolo dei musulmani negli Usa, annunciando nel 2009 che "se si calcolasse realmente il numero dei musulmani residenti in America, saremmo uno dei più grandi paesi musulmani al mondo". (Niente affatto: secondo una classifica di popolazioni musulmane, gli Stati Uniti, con i suoi 2,5 milioni di musulmani, occupa il 47° posto tra i più grandi paesi musulmani.) Tre giorni dopo, egli dette una stima gonfiata di "quasi 7 milioni di musulmani americani presenti oggi nel nostro Paese" e annunciò in modo bizzarro che "l'Islam ha sempre fatto parte della storia dell'America. (…) Dalla nostra fondazione, i musulmani americani arricchiscono gli Stati Uniti". Nell'aprile 2009, Obama asserì anche in modo discutibile che molti americani "hanno in famiglia dei musulmani oppure hanno vissuto in paesi a maggioranza musulmana". Nell'ordine di priorità delle comunità religiose negli Usa, Obama mette sempre al primo posto i cristiani, ma il secondo posto varia tra ebrei e musulmani, in particolare nel suo discorso inaugurale del gennaio 2009 egli disse: "Gli Stati Uniti sono una nazione di cristiani e musulmani, ebrei e induisti, e di non-credenti". Obama sopravvaluta in modo così smisurato il ruolo dei musulmani nella vita americana tanto da far pensare a una mentalità islamica suprematista tipica di qualcuno che proviene da un ambiente musulmano.
Nel complesso, queste dichiarazioni confermano le testimonianze sull'infanzia di Obama ossia che lui è nato musulmano e ha ricevuto un'educazione islamica.
"Tutta la mia famiglia era musulmana"
Diverse persone che conoscono Obama lo vedono come musulmano. Da notare quanto asserito dalla sua sorellastra Maya Soetoro-Ng: "La mia intera famiglia era musulmana". La sua intera famiglia, ovviamente, includeva il suo fratellastro Barack. Nel giugno 2006, Obama raccontò come, dopo una lunga evoluzione religiosa, egli fu "un giorno finalmente in grado di camminare lungo la navata della Trinity United Church of Christ sulla 95ma strada del South Side di Chicago e di affermare la mia fede cristiana" con una chiamata all'altare. Ma quando fu chiesto (da Edward Klein, The Amateur, p. 40) al suo pastore della Trinity United, il reverendo Jeremiah Wright, "Lei ha convertito Obama dall'Islam al cristianesimo?" se per ignoranza o per discrezione, Wright ha aggirato la domanda, replicando in modo ermetico: "È difficile dirlo". Da notare che il reverendo non rigetta l'idea che Obama sia stato musulmano.
George Hussein Onyango Obama, il fratellastro trentenne di Obama che l'ha incontrato due volte, nel marzo 2009 raccontò a un giornalista che egli "può comportarsi diversamente a causa della posizione che ricopre ma dentro Barack Obama è musulmano".
"Il suo secondo nome è Hussein"
I musulmani non riescono a togliersi dalla testa l'impressione, che sotto la sua proclamata identità cristiana, Obama sia veramente uno di loro.
Recep Tayyip Erdogan, il primo ministro della Turchia, ha fatto riferimento a Hussein come a un nome "musulmano". I dibattiti musulmani su Obama a volte menzionano il suo secondo nome considerandolo un codice, senza bisogno di altri commenti. Una conversazione svoltasi a Beirut, citata tra le pagine del Christian Science Monitor, rende bene le perplessità dilaganti. "Per gli arabi deve andar bene perché è musulmano", ha osservato un droghiere. "Non è musulmano, è un cristiano", ha replicato un cliente. "No," ha continuato il droghiere, "non può essere cristiano. Il suo secondo nome è Hussein". Il nome ne è la prova.
La scrittrice musulmana americana Asma Gull Hasan ha scritto in "Obama, il mio presidente musulmano":
So che il presidente Obama non è musulmano, tuttavia sono tentata di pensare che lo sia, come tende a farlo la maggior parte dei musulmani che conosco. In un sondaggio assai empirico ed effettuato a voce tra i membri della famiglia e i conoscenti musulmani, molti di noi pensano (…) che abbiamo il nostro primo presidente Usa musulmano in Barack Hussein Obama, (…) Dal giorno delle elezioni ho avuto sempre più conversazioni con i musulmani in cui ci siamo trovati concordi nel pensare che Obama sia musulmano ammettendolo con noncuranza o lasciandolo sfuggire con entusiasmo. Esprimendo dei commenti sul nostro nuovo presidente, prima di avere l'opportunità di riflettere, mi sarebbe scappata di bocca la frase: "Devo appoggiare il mio confratello musulmano". Per poi aggiungere rapidamente: "Beh, lo so che non è proprio musulmano". Se però i miei interlocutori erano musulmani, dicevano: "Sì, lo è".
A titolo esplicativo, la Hasan menziona il secondo nome di Obama. La scrittrice arguisce: "La maggior parte dei musulmani che conosco (me compresa) non riesce ad accettare che Obama non è musulmano".
Non sorprende affatto che i musulmani abbiano queste impressioni, è così anche per l'opinione pubblica americana. Cinque sondaggi del 2008-2009, condotti dal Pew Research Center for the People and the Press nel porre la domanda: "Sai qual è la religione di Barack Obama?" hanno rilevato una consistente percentuale dell'11-12 per cento di elettori iscritti americani che ha asserito che Obama è veramente un musulmano, con una percentuale molto più ampia fra i repubblicani e gli evangelisti. In un sondaggio del Pew dell'agosto 2010, questa percentuale è aumentata arrivando al 18 per cento. Un sondaggio del marzo 2012 ha rilevato che circa la metà dei potenziali elettori repubblicani in Alabama e in Mississippi pensa che Obama sia musulmano. Un altro sondaggio del Pew, condotto a giugno-luglio scorsi, ha rilevato che il 17 per cento degli intervistati sostiene che Obama sia musulmano e il 31 per cento non sa qual è la sua religione, con solo il 49 per cento che lo identifica come cristiano. Questo evidenzia un'equa divisione fra chi afferma che Obama è cristiano e chi non è d'accordo.
Il fatto che quelli che lo considerano musulmano disapprovino altresì in massa il suo operato sta a indicare una correlazione nella loro mente fra l'identità musulmana e una presidenza fallita. Che questo segmento importante di opinione pubblica persista in quest'opinione denota una certa riluttanza a prendere Obama in parola sul suo professarsi cristiano. Questo a sua volta riflette la diffusa sensazione che Obama faccia a tira e molla con la sua biografia.
"Era interessato all'Islam"
Mentre frequentava la scuola in Indonesia, Obama seguiva altresì le lezioni di Corano; è meno risaputo quanto da lui rievocato nel marzo 2004, vale a dire che alla scuola "San Francesco d'Assisi" egli "studiava la Bibbia e andava a catechismo". Poiché queste lezioni – cattoliche e musulmane – sono destinate solo ai credenti, frequentarle entrambe era irregolare. Molti dei suoi ex insegnanti confermano i ricordi di Obama. Ecco cosa dicono tre di loro su quest'argomento:
Israella Dharmawan, sua insegnante in prima elementare alla "San Francesco d'Assisi", ha detto a Watson del Los Angeles Times: "In quel periodo, Barry pregava anche da cattolico, ma Barry era musulmano. (…) Fu iscritto come musulmano perché suo padre, Lolo Soetoro, era musulmano".
Effendi, suo insegnante in terza elementare alla Besuki, ha raccontato ad Anne Barrowclough del Times (di Londra), che la scuola era frequentata da allievi di molte fedi religiose e ha rammentato come gli studenti seguissero le lezioni di religione in base alla fede da loro professata – ad eccezione di Obama, che era il solo a voler frequentare entrambe le lezioni di religione: cristiane e islamiche. E lo fece anche contro la volontà di sua madre: "Sua madre non voleva che lui apprendesse gli insegnamenti islamici, anche se suo padre era musulmano. Qualche volta, la donna è venuta a scuola, arrabbiata con l'insegnante di religione, chiedendo:'Perché lei gli insegna il Corano?' Ma Obama ha continuato a frequentare le lezioni perché era interessato all'Islam".
Akhmad Solikhin, un amministratore della Besuki, ha espresso (al quotidiano indonesiano Kaltim Post in un articolo del 27 gennaio 2007, tradotto e ripreso dal blog "An American" Expat in Southeast Asia") una certa perplessità sulla religione di Obama: "In effetti, egli è stato iscritto come musulmano, ma lui afferma di essere cristiano".
Obama che parla di Islam al Cairo, nel giugno 2009. |
Bisogna ammettere che si parla di questa doppia religiosità adesso che Obama è una figura internazionale e che la sua appartenenza religiosa ha assunto delle connotazioni politiche; inoltre, è sorprendente che ognuno di questi tre personaggi del suo passato indonesiano abbia fatto questa stessa considerazione e ciò evidenzia una complicata evoluzione personale di Barack Obama. Queste tre figure sollevano l'ipotesi non convincente ma interessante che Obama, anche alla tenera età fra i sei e i dieci anni, abbia cercato di fondere la religione materna e quella paterna in un unicum sincretico e personale, presentandosi come cristiano e musulmano. E in modo sottile fa ancora proprio questo.
Alla scoperta della verità
In conclusione, le prove disponibili indicano che Obama è nato ed è stato allevato da musulmano e ha mantenuto un'identità islamica fino a vent'anni. Egli è musulmano per linea paterna, gli è stato dato un nome musulmano, ha frequentato le lezioni di religione islamica dove leggeva il Corano, ancora recita la dichiarazione di fede islamica e parla a un pubblico musulmano, come un correligionario. Tra il padre che non era un praticante musulmano, il patrigno che invece lo era, e i suoi quattro anni trascorsi in un ambiente musulmano, Obama non solo era considerato islamico dagli altri ma anche lui si sentiva tale.
Questo non vuol dire che era un praticante musulmano o che tutt'oggi è un musulmano, non è nemmeno un islamista, né questo suo passato musulmano influenza in modo significativo la sua visione politica (che è tipica di un americano di sinistra). E non c'è nessun problema riguardo alla sua conversione dall'Islam al cristianesimo. Il problema è che Obama ha mentito in modo specifico e ripetutamente sulla sua identità musulmana. Più di ogni altro singolo inganno, il modo in cui egli tratta il suo passato religioso rivela le sue debolezze morali.
Interrogativi sulla sincerità di Obama
Tuttavia, l'elettorato americano continua a ignorare queste cose. Si consideri il contrasto esistente fra il suo caso e quello di James Frey, l'autore di Un milione di piccoli pezzi. Sia Frey che Obama hanno scritto delle memorie inaccurate che Oprah Winfrey ha pubblicizzato e ha fatto schizzare in cima alle classifiche dei libri più venduti. Quando le bugie letterarie di Frey sull'assunzione di droga e l'appartenenza alla criminalità furono smascherate, la Winfrey stroncò il suo volume, una biblioteca riclassificò il libro come opera di narrativa e un editore offrì un rimborso agli acquirenti che si sentivano ingannati. Al contrario, le menzogne di Obama sono state allegramente scusate; Arnold Rampersad, docente di inglese alla Stanford University, che insegna autobiografia, con ammirazione ha detto che I sogni di mio padre è "talmente pieno di astuzie – stratagemmi per sortire l'effetto letterario – che sono stato colto alla sprovvista, rimanendo perfino stupito. Ma statene certi, queste sono semplicemente delle trovate per vendere e senza di esse si presume che dovremmo renderci conto della verità". Gerald Early, docente di letteratura inglese e studi afro-americani alla Washington University di St. Louis va oltre: "Davvero non importa se si è inventato quelle cose. (…) Non credo che importi molto se Barack Obama abbia detto la verità assoluta in I sogni di mio padre. Ciò che è importante è come egli ha voluto costruire la sua vita".
Com'è strano che la storia delle sordide attività di un malvivente ispiri elevati valori morali mentre l'autobiografia di un presidente americano riceve approvazione. L'astuto Dick cede il posto a Barry l'impostore.