Dopo aver perso colpi nel biennio 1988-89, L'equilibrio è di nuovo migliorato. Tanto per cominciare, questo volume è apparso in modo più tempestivo rispetto al suo immediato predecessore. I contenuti sono più pertinenti. Anche se i curatori israeliani sembrano essere ancora eccessivamente fissati sulla dimensione israelo-palestinese (dedicando tre articoli su dieci all'argomento), se ne occupano meno. Molti di questi contributi sono eccellenti, in particolare, la valutazione dell'esercito siriano, fatta da Dov Tamari e le panoramiche del terrorismo palestinese e sciita di Anat Kurz.
Quest'anno desta particolare interesse l'analisi dettagliata paese per paese delle infrastrutture e degli armamenti, e particolarmente interessante è soprattutto il capitolo sull'Iraq: perché la guerra nel Golfo Persico permette un controllo esterno. L'equilibrio elenca 24 lanciamissili Scud-B, 6 siti fissi per il lancio di missili Al Hussein e un numero imprecisato di lanciatori mobili di missili Al Hussein – è un po' di basso livello, ma non è una pessima stima. Una valutazione un po' esigua, ma non pessima.