Merari, a capo del Progetto sul terrorismo al Jaffee Center dell'Università di Tel Aviv, si è confermato probabilmente il più autorevole specialista di terrorismo. Una chiave del suo successo è da attribuire all'immenso database del suo progetto; grazie al suo accesso alla natura quantitativa dell'attività terroristica, Merari è stato capace di trascendere la limitazione dei dettagli specifici che affligge la maggior parte degli studenti sull'argomento.
Il punto di forza di quest'approccio è palese nel libro in questione, uno studio sul terrorismo palestinese fuori da Israele. Anche se questo rappresenta solo una frazione minuscola (meno del 4 per cento) degli attacchi condotti contro lo stesso Stato ebraico, gli autori mostrano che le attività internazionali dell'Olp hanno un'influenza sproporzionatamente ampia sull'evoluzione del terrorismo – che ha escogitato tecniche come i dirottamenti aerei, gli attacchi agli aeroporti, far esplodere gli aerei in volo e il sequestro dei diplomatici. Le statistiche (che coprono un periodo che va dal 1968 al 1984) raccontano una storia interessante. Esse dimostrano che anche se sul suolo Usa si sono verificati solamente dodici attacchi, gli americani sono stati colpiti 51 volte; al contrario, in tutti i maggiori Paesi europei ci sono stati molti più attacchi contro gli obiettivi israeliani e americani che contro i propri cittadini. Ad esempio, l'Italia ha subito 43 attacchi, ma solo otto di questi erano diretti contro gli italiani; in Turchia, le cifre sono 23 e 0. Altrettanto istruttivo è apprendere che gli israeliani sono stati presi di mira 131 volte e gli arabi 121. O anche questo: nonostante una decisione dell'Olp del 1974 di porre fine al terrorismo fuori da Israele, il tasso annuale degli episodi terroristici è rimasto tale e quale. Questo volumetto offre la migliore fonte di informazioni sulle attività mondiali dell'Olp.