Vi spiego perché ringrazio il Muslim Public Affairs Council di quest'approvazione. Essa è molto apprezzata, anche se è arrivata in un pamphlet di 65 pagine dal titolo Incompetenti: Smascherare l'inganno dietro i primi 25 pseudo-esperti di Islam d'America.
Secondo il MPAC, un importante gruppo islamista con sede a Los Angeles, quei 25 sarebbero Andrew Bostom, William Boykin, Stephen Coughlin, Nonie Darwish, Steven Emerson, Brigitte Gabriel, Frank Gaffney, David Gaubatz, William Gawthrop, Pamela Geller, John Giduck, Sebastian Gorka, John Guandolo, Tawfik Hamid, David Horowitz, Raymond Ibrahim, Zuhdi Jasser, Andrew McCarthy, Walid Phares, Patrick Poole, Walid Shoebat, Robert Spencer, Erick Stakelback, David Yerushalmi… e il sottoscritto.
Il fondamento dell'accusa formulata nell'analisi dell'MPAC è che i membri di questo gruppo per la stragrande maggioranza non sono esperti di Islam, laddove con questo termine s'intende
Un individuo che ha conseguito dei titoli accademici riconosciuti in studi islamici da parte di un accreditato istituto d'istruzione superiore in Occidente o da quegli istituti d'istruzione superiore che hanno sede nei Paesi a maggioranza musulmana che si classificano tra le migliori 500 università al mondo. Per essere considerato "esperto", secondo la definizione di cui sopra, le credenziali di quella persona devono essere pubblicamente verificabili.
Secondo il MPAC, "Dei venticinque nomi esaminati, solo uno (il 4 per cento) ha i requisiti per essere considerato un "esperto di Islam". Quel 4 per cento sarei io. In un altro brano, il MPAC si contraddice e ammette che anche Raymond Ibrahim possiede "le credenziali accademiche riconosciute e verificabili per essere considerato un esperto". In modo ancor più contraddittorio, come implica il titolo del pamphlet, l'MPAC afferma che io sono "uno pseudo-esperto di Islam".
La mia prima domanda è la seguente: perché mai l'MPAC sceglie degli individui che non hanno alcuna pretesa di essere degli esperti di Islam (come John Giduck e David Horowitz), ma esclude i critici in possesso di credenziali accademiche in studi islamici come Fouad Ajami, David Cook, David Forte, Efraim Karsh, Martin Kramer, Bernard Lewis, Michael Rubin, Philip Salzman e Kemal Silay?
La mia obiezione principale è l'enfasi sulle credenziali. L'ambito degli studi sul Medio Oriente dimostra in modo fin troppo colorito che possedere un PhD non garantisce la competenza. Purtroppo, è pressoché il contrario.
Ciò che conta non è la scuola frequentata a vent'anni, le lingue che si conoscono o gli anni trascorsi all'estero, ma le capacità, le conoscenze, l'energia e l'intelligenza che si dimostrano in seguito. Parlando come qualcuno che possiede i diplomi richiesti, che conosce le lingue e che ha vissuto all'estero, io disprezzo questa importanza, di certo non disinteressata, data al pedigree accademico che precluderebbe a chi non è in possesso di un dottorato di ricerca di esprimere commenti sulle cose musulmane.
Un certo numero di persone incluse nella lista dell'MPAC ha dato un contributo reale. Prendiamo l'esempio di Robert Spencer. Egli ha un semplice diploma di dottore in studi religiosi, manca di fluidità nelle lingue mediorientali e non ha vissuto in un paese a maggioranza musulmana, è vero, ma ha sviluppato una profonda erudizione sull'Islam e l'ha dimostrato nei suoi numerosi libri. Anzi, io sfido l'MPAC a metterlo a confronto con qualsiasi altro esperto di Islam in possesso di un PhD.
Salam al-Marayati dell'MPAC, disoccupato? |
Quanto alle accuse formulate dall'MPAC contro di me: tanto per cominciare, non mi presento mai come "un esperto di Islam" ma come uno specialista di storia e di politica musulmana. C'è un'enorme differenza. Non studio il Corano, ma le azioni dei musulmani.
L'MPAC scrive che "non c'è alcuna prova che egli si sia recato in un paese a maggioranza musulmana per delle ricerche originali in molti decenni". Innanzitutto, l'MPAC come fa a conoscere il mio programma di viaggio e se ho fatto o meno delle ricerche originali durante i miei viaggi all'estero? I miei viaggi sono privati. In secondo luogo, da quando gli storici fanno ricerche sul campo? I miei tre e più anni trascorsi in Niger, Mali, Tunisia, Egitto e Turchia negli anni Settanta mi hanno insegnato molto ma non hanno per nulla inciso sul mio lavoro storico, che si concentrava sul periodo dell'alto Medioevo. In terzo luogo, l'Islam negli Stati Uniti è un argomento usuale per l'MPAC e dei 25 nomi, me compreso; ma vivendo a Philadelphia faccio quotidianamente ricerche sul campo.
L'MPAC mi attacca perché non considero l'Islam una religione di pace. Parlare di "religione di pace" è una burla, assurda come la massima che tutti i musulmani sono violenti. Ogni storico che si rispetti sa che dal VII secolo la guerra ha contraddistinto la storia musulmana, a ogni piè sospinto. Come asserisce il filosofo tedesco Georg Hegel, i regni e le dinastie musulmane sono un "mare immenso" in cui "c'è un continuo movimento in avanti: nulla resta fermo".
Il filosofo tedesco Georg Hegel (1770-1831). |
L'MPAC ricorda che la mia nomina del 2003 in seno al direttivo dell'Istituto americano per la Pace incontrò l'opposizione del Senato: che a qualche politico democratico non siano piaciute le mie opinioni invalida il mio sapere? Datemi tregua!
L'MPAC si offende perché io ritengo che l'internamento degli americani di origine giapponese nel corso della Seconda guerra mondiale sia stato giustificato: che sia d'accordo o meno con me, questo non intacca minimamente la mia conoscenza della storia musulmana.
Pertanto, ringrazio ancora l'MPAC per considerarmi un esperto di Islam. Mi spiace che i vostri tentativi di rovinare questo si siano dimostrati così inefficaci.