La rivolta della valle dello Yili è stata un tentativo da parte dei musulmani di lingua turca di una piccola area geografica della provincia dello Xinjiang, nell'estrema parte nordoccidentale della Cina, di creare uno stato musulmano indipendente. I ribelli volevano che la loro Repubblica del Turkestan orientale avesse il controllo dell'intero Xinjiang dopo l'espulsione dei cinesi Han. La rivolta ebbe inizio nel novembre 1944 e resistette ai tentativi di soffocarla da parte delle forze nazionaliste di Chiang Kai-shek; si concluse solo il 20 ottobre 1949, a soli diciannove giorni dalla proclamazione della Repubblica Popolare cinese a Pechino.
La Benson, una ricercatrice presso l'Oakland College di Rochester, in Michigan, ha fatto un lavoro superbo nel raccogliere le informazioni su questo episodio importante ma oscuro. Le sue ricerche effettuate negli archivi britannici, americani e della Repubblica della Cina sono state integrate dalla lettura di materiale in russo e in turco, come altresì da una miriade d'interviste. Oltre a costruire una narrazione di un episodio durato cinque anni, l'autrice mostra come la rivolta sia maturata nell'ostilità che i turchi nutrivano verso i loro governanti stranieri; che Stalin (i sospetti cinesi sono in senso contrario) non era responsabile dell'istigazione della rivolta (anche se l'ha fatta procedere); e che la fugace Repubblica del Turkestan orientale ha enormemente rafforzato il senso del nazionalismo turco. La Benson ritrae l'episodio come in definitiva "una parte dello schema post-Seconda guerra mondiale di rottura del vecchio sistema colonialista e imperialista".