I massacri nella ex-Jugoslavia e l'uccisione dei turchi in Germania hanno mostrato le tendenze occulte nazionaliste e razziste della vita europea. Sempre più, la pace europea dell'ultima generazione sembra essere artificiale, tenuta in piedi dai vincoli della guerra fredda. Buford denuncia come possa essere orribile la vita dei bassifondi europei. Pur essendo americano e il direttore della rivista letteraria inglese Granta, l'autore si è immerso per qualche anno nel mondo degli hooligan, avvicinandoli nei pub e nei campi di calcio, partecipando alle loro risse e beccandosi le manganellate della polizia per causa loro. Il suo reportage è affascinante e assai inquietante.
Buford fa un quadro terribile delle bande scatenate e della violenza gratuita. Quando le squadre di calcio britanniche giocano contro un'altra squadra del Regno Unito, "questi tizi"si attaccano a vicenda. Quando le squadre inglesi giocano contro le squadre straniere esse adottano una nazionalismo estremo e cieco ("Inghilterra, Inghilterra, Inghilterra, Inghilterra" diventa il loro slogan). Sia che lancino mattoni nei ristoranti indiani presenti sul suolo britannico sia che brutalizzino i poliziotti italiani all'estero essi sguazzano nel violento antagonismo per il gusto di farlo. I lettori americani probabilmente li troveranno perfino più minacciosi delle peggiori bande criminali dei quartieri degradati del centro storico.
Pur essendo per lo più privati dei loro diritti elettorali e pressoché senza importanza politica, i tifosi di calcio rappresentano una tendenza della xenofobia bellicosa non priva d'importanza. Essi inviano dappertutto un messaggio che la vita pubblica nel Regno Unito, se non nell'intera Europa occidentale, serba un lato brutale sotto una facciata tanto civilizzata.