L'esistenza della Giordania – questo Paese che Winston Churchill aveva creato dal nulla, solamente dalla sabbia e dalle colline, alla conferenza del Cairo del marzo 1921 – è sempre stata a rischio. Per i primi trent'anni, re Abdullah cercò di far passare la capitale Amman, che è una piccola città, per Damasco o Gerusalemme. Re Hussein lottò per quattro decenni per respingere numerosi predatori, tra cui Gamal Abdel Nasser e l'Olp. Non più tardi del luglio 1994, il sovrano ha dichiarato che la Giordania "è soggetta alla frammentazione".
Salibi, docente di storia all'Università americana di Beirut, fornisce un'eccellente base di partenza per affrontare questi problemi fondamentali riguardanti lo Stato giordano. Nei due capitoli più importanti del volume, l'autore ripercorre la storia della dinastia hashemita che ha generato i re di Giordania e racconta la storia del territorio che Churchill avrebbe alla fine trasformato nella Giordania attuale. Per tutti quelli che oggi pensano che la Giordania sia la Palestina, è particolarmente importante osservare che Salibi mostra nel volume come i britannici non abbiano avuto il controllo della Transgiordania nel corso dei cruciali otto mesi intercorsi fra la conquista francese di Damasco, nel luglio 1920, e la Conferenza del Cairo.
Le parti che trattano della storia più recente forniscono un resoconto soddisfacente e utile dell'evoluzione politica, ma non offrono delle nuove prospettive; e cosa ancor più sorprendente, esse non si occupano della cultura e dell'economia della Giordania moderna, il che è un grave errore.