Il Caucaso e le sue montagne, l'isolamento della regione e la sua lunga incorporazione in un impero dominato dalla Russia sono tutte cose stranamente poco conosciute all'Occidente. Ma la regione è anche una delle più affascinanti della terra, con la sua estrema diversità linguistica, la sua bellezza selvaggia e i suoi liquori famosi. Negli ultimi anni, essa è diventata una delle aree geografiche più turbolente, a causa della proliferazione dei conflitti etnici.
La Goldenberg, una giornalista del Guardian, fornisce un'eccellente introduzione al Caucaso, combinando erudizione e osservazioni personali. Ella comprende il senso della devastante guerra civile in Georgia e offre un resoconto obiettivo della guerra fra l'Azerbaijan e l'Armenia. Ma forse la parte più preziosa del volume è quella che tratta del Caucaso del Nord, una regione che teoricamente fa parte della Russia, ma è in fermento a causa di problemi etnici e territoriali, così com'è in preda alla rinascita islamica. L'autrice fornisce un'introduzione utile a tutti quelli che sono stati disorientati dall'aggressione russa alla Cecenia: [ella spiega] come i ceceni abbiano fornito la maggior parte delle truppe di Shamil per resistere alla conquista russa a metà del XIX secolo, come abbiano patito la deportazione in Asia Centrale per mano di Stalin e dichiarato l'indipendenza nel 1991. La Goldenberg traccia un vivido ritratto di Dzhokar Dudayev, l'uomo forte dell'esercito ceceno e descrive lo stato eccentrico e violento che lui ha creato. Due esempi: le sue guardie del corpo sono per lo più dei criminali incalliti che Dudayev ha liberato dalle prigioni e il suo ministro degli Esteri è un ceceno che vive in Giordania.