Loeffler offre una visione singolare, grazie a una sua esperienza diretta, del modo in cui il ruolo dell'Islam è cambiato per gli iraniani, avendo lui vissuto per tre anni in un grosso villaggio tribale dell'Iran meridionale prima della Rivoluzione islamica, risiedendo lì ancora un anno dopo lo scoppio di quest'ultima. È prevedibile che ci siano dei problemi in una società dove le ragazze ai matrimoni devono rimpiazzare i canti tradizionali con degli slogan del tipo "Salute ai martiri". Su un campione di 21 uomini intervistati, tutti eccetto due si sono sentiti estraniati dal nuovo regime. "Questi uomini dicono di non riuscire a trovare niente di diverso nel nuovo Islam (…) e nemmeno di ravvisare molto Islam nel governo islamico. (…) Essi ritengono che l'immissione degli attuali problemi politici nei rituali religiosi pubblici sia un'alterazione dello spirito originale e mal lo sopportano. In una reazione sorprendentemente unanime, anche se in modo disorganizzato, essi esprimono questo risentimento, come pure quello contro il regime in generale boicottando tutti i rituali voluti dal regime". Questo malcontento ha creato in Iran una situazione nuova e infelice, dove le prospettive della maggior parte degli iraniani, come pure la loro tradizione religiosa, sono diventate ora "la linea laterale scismatica a una dominante religione di stato".