Nel luglio 1920, le truppe francesi conquistarono il Regno della Siria; due mesi dopo, le autorità francesi distaccarono porzioni di esso per annetterle allo stato allargato del Libano. Esse crearono l'entità del Grande Libano i cui confini, almeno formalmente, esistono tutt'oggi. La loro decisione sortì l'effetto di indebolire la parte cristiana in Libano; così facendo, esse gettarono i semi di inestirpabili problemi fra comunità nel Paese dei cedri. Tali problemi dominarono la vita politica libanese per decenni e poi sfociarono nella guerra civile che ebbe inizio nel 1975. Zamir fornisce un superbo resoconto dei fattori che portarono alla decisione francese per poi dedicarsi alle sue conseguenze fino al 1926. L'autore ha districato con pazienza i fili complessi di questo periodo critico e li ha ordinati in modo convincente. Se ci fossero più studi come questo s'inizierebbe a comprendere il Medio Oriente.
Zamir mostra che alcune persone, soprattutto l'amministratore francese Robert de Caix, presagirono le tensioni derivanti dalla "megalomania libanese" e si opposero a un Libano allargato. Ma la combinata influenza dei cristiani libanesi, dei loro sostenitori francesi e dell'alto commissario francese non tennero conto di questa visione lucida. Il dibattito libanese di anni fa offre una terribile prospettiva sulle attuali idee israeliane in merito al futuro della Cisgiordania.