In questa breve analisi ben scritta, Rustow offre una visione positiva della Turchia e delle sue relazioni con gli Stati Uniti. Egli fa tre considerazioni principali. Innanzitutto, in quasi quarant'anni di elezioni in Turchia, sei elettori su sette hanno sostenuto i partiti principali spostandosi appena a destra e a sinistra dal centro. Rustow definisce questa ferma dedizione ai valori democratici: "L'unica caratteristica più sconcertante della recente vita politica turca". In secondo luogo, i problemi politici degli anni Cinquanta e Settanta non furono causati da un elettorato diviso, ma furono generati da strutture politiche mal congegnate, che dapprincipio conferirono al primo ministro troppo potere e in seguito troppo poco; l'autore ritiene che la costituzione del 1982 e la legge elettorale abbiano rimediato a questo problema. In terzo luogo, la salda alleanza della Turchia con l'Occidente impedisce all'Unione Sovietica di dominare Damasco e il Cairo come Mosca fa con Praga e Varsavia. Rustow adduce un convincente argomento a favore del fatto che il bastione turco offre all'intero Medio Oriente (compreso Israele) un certo margine di manovra, senza il quale la regione finirebbe realmente sotto il controllo sovietico. Scrivendo di Turchia con palese affetto e mostrando apprezzamento per i vantaggi che ciò offre agli Stati Uniti nella Nato e in Medio Oriente, la preoccupazione di Rustow è che il disinteresse americano per la Turchia condurrà a delle terribili conseguenze.