Nel 1985, ventidue autori s'incontrarono al Center for Contemporary Arab Studies presso la Georgetown University per scrutare nel decennio futuro. Per quanto l'argomento possa sembrare noioso, un misto di delusione e speranza rende sorprendentemente interessanti molti degli articoli inclusi nel volume. Se si prende, ad esempio, solo la prima parte del libro, che tratta di questioni riguardanti le democrazie e i diritti umani, si scopre che gli autori non sono soddisfatti degli ultimi sviluppi. Apprendiamo da Ibrahim Ibrahim che "lo stato burocratico e autoritario si è estinto"; da Michael C. Hudson che "dagli inizi degli anni Settanta c'è stata un'evoluzione verso un governo più autoritario"; da Saad Eddin Ibrahim che "gli ultimi dieci anni sono stati testimoni di una serie senza precedenti di atrocità commesse da parecchi governi arabi contro i loro stessi cittadini"; e da Sharabi che il mondo arabo è in crisi.
Alla luce di queste osservazioni, è curioso scoprire che qualcuno di quegli stessi autori ostenta un ottimismo visionario quando si tratta del futuro. I. Ibrahim prevede un regime parlamentare, una confederazione fra l'Egitto, il Sudan e la Libia e una formula del tutto nuova, per ciò che concerne le relazioni fra arabi. S. E. Ibrahim propone banalmente che "il prossimo decennio dovrà essere caratterizzato dalla diffusione dei diritti umani e dalla democratizzazione nel mondo arabo". L'abisso esistente fra queste due posizioni denota illusione e immaturità di pensiero.