Muslih ha compiuto un lungo lavoro di ricerche d'archivio e d'interviste durato anni, scoprendo importanti e pregevoli informazioni sulle idee nazionaliste nel Levante durante tutto il periodo cruciale che va dal 1918 al 1920. Purtroppo, però, l'autore non è riuscito a capire che cosa fare di ciò che ha scoperto, pertanto, il risultato è una ricerca assai confusa e mal concepita. Degli innumerevoli problemi, quello assai più deleterio è la persistente presentazione del nazionalismo palestinese e del nazionalismo panarabo come le due principali scelte cui si sono trovati di fronte gli abitanti della Palestina; i dati raccolti da Muslih mostrano chiaramente e ripetutamente che la vera scelta è stata quella tra il nazionalismo palestinese e il nazionalismo pan-siriano. La sua incapacità di vedere l'ideologia pan-siriana rende gran parte della sua analisi peggio che inutile, perché ingarbuglia una questione già complessa.
Inoltre, "questo libro è stato reso possibile in parte grazie a una sovvenzione dell'Istituto per gli studi sulla Palestina". È assai doloroso vedere una rispettabile casa editrice universitaria abbassarsi ad accettare i fondi dell'Istituto per gli studi sulla Palestina, un braccio dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina. Presto vedremo l'Esercito repubblicano irlandese pubblicare con la Harvard University Press? Oppure l'Armata Rossa con laYale University Press?