L'eccellente volume del 1979 di Norman Stillman Gli ebrei delle terre arabe ha fornito una storia breve ma autorevole degli ebrei arabofoni fino al 1800, seguita da un'ampia raccolta di documenti. Il presente volume aggiorna la sua narrazione, tornando a fare affidamento sulla storia breve e sulla documentazione copiosa. Ancora una volta, il mix funziona bene; i due volumi di Stillman dovrebbero continuare a essere la fonte principale cui attingere per gli anni a venire.
La domanda principale alla quale l'autore cerca di dare una risposta riguarda l'evacuazione rapida e quasi completa degli ebrei dai Paesi arabi. Nel 1948, questi erano circa 800.000; venti anni dopo, il 98 per cento era andato via, per lo più in Israele e in Francia, ma anche nelle Americhe. In breve, il Medio Oriente musulmano ha perso la propria popolazione ebraica come l'Europa centrale e orientale l'aveva persa pochi anni prima. In parte, questa emigrazione Ha avuto a che vedere con la creazione d'Israele; ma Stillman attribuisce correttamente le sue ragioni profonde alle tensioni scaturite dal colonialismo e dalla modernizzazione, quando gli ebrei colsero la maggior parte delle opportunità che si aprirono davanti a loro. Quando le autorità britanniche e francesi si ritirarono dopo la Seconda guerra mondiale, gli ebrei si trovarono esposti e la loro condizione divenne intollerabile, e così se ne andarono. (Questo nesso è stato più chiaro in Algeria, dove nel 1962 tutti gli ebrei, eccetto 3.000 dei 140.000 complessivi, fuggirono simultaneamente ai colonizzatori francesi.) Con loro si pose fine a circa duemila anni di storia.