Questi sono due libri simili ma diversi. Entrambi si occupano di due zone strettamente legate alla storia biblica ma da molto tempo sotto il controllo dei musulmani e ora abitate dagli arabi. Tutt'e due i volumi trattano di luoghi geografici importanti: Ruby racconta della città più bassa del mondo [a 250 m. sotto il livello del mare, N.d.T.], Hobbs tratta di una delle più alte cime montuose del Medio Oriente. Entrambi i testi sono pregni di storia, con Gerico che probabilmente è il luogo da più tempo abitato dagli esseri umani e il Monte Sinai una vetta con una storia particolarmente ricca per i cristiani e gli ebrei. I due autori riportano in vita dei luoghi spettacolari, esaminano la loro lunga storia e descrivono in modo vivace le vicende contemporanee.
Il contrasto più forte fra i due volumi riguarda i loro autori. Ruby è un giornalista (per il Baltimore Sun), Hobbs è un professore associato di geografia (all'Università del Missouri). Questa differenza ha una forte incidenza sui due studi. Ruby conferisce all'argomento da lui scelto il suo stile disinvolto da giornalista, raccontando nelle pagine del suo volume quando si recò per la prima volta a Gerico con una bella bambina di cinque anni sulle ginocchia e inframmezzando la sua narrazione con delle informazioni riguardanti gli alti e bassi del Palestine Exploration Fund alla fine del XIX secolo. Hobbs applica la disciplina dello studioso, procedendo metodicamente con dei capitoli dedicati ad argomenti come la geografia, la storia, il monastero di Santa Caterina e il turismo. Curiosamente, mentre l'approccio personale e impressionista di Ruby dovrebbe rendere la storia più facile da digerire rispetto alla rigida narrazione accademica, in realtà non è proprio così. Questo potrebbe avere a che fare con la maggiore difficoltà che s'incontra nel dipingere piuttosto che nel fotografare: non tutti i giornalisti possono avere il successo di un V. S. Naipaul. Il sottoscritto, in veste di lettore, reputa che la narrazione accademica di Hobbs sia più istruttiva e molto più soddisfacente da leggere.
C'è un altro contrasto sorprendente: mentre il giornalista vive principalmente nel passato del suo argomento, il geografo mostra un vivo interesse nel futuro del suo sito. In effetti, il messaggio del Monte Sinai è che il turismo libero sta distruggendo non solo il vecchio monastero ma anche lo splendore dello stesso Monte Sinai: "Il tanfo dei rifiuti organici umani [in cima] è nauseabondo. Nessuno è disposto a fare qualcosa per il problema degli escrementi". L'appello di Hobbs è così convincente che perfino un lettore attirato dalla bellezza selvaggia del Sinai si sentirà ancor più ispirato a restare a casa e a non unirsi alle folle frenetiche.