Nel 1994, la giornalista americana Milton Viorst ha pubblicato un libro basato sui viaggi da lei fatti in tutto il Medio Oriente in cui ella ha asserito, dopo ripetuti soggiorni a Damasco, che il presidente Hafez al-Assad "ha evitato la creazione di un culto della personalità". Allo stesso modo, lo studioso Raymond Hinnebusch ha dedicato uno studio in due volumi al sistema siriano e, nelle parole della Wedeen, "egli scrive come se il culto [della personalità] di Assad non esistesse". Se altri sono così ottusi, la Wedeen non lo è; in effetti, il suo studio è volto a decifrare questo fenomeno.
Perché mai, lei si domanda, il regime di Assad ha dedicato una proporzione importante delle sue magre risorse alla celebrazione onnipresente di Assad? Perché promuovere un'assurdità simile chiamandolo "il premier farmacista" del Paese o lasciare intendere che lui è immortale? Sebbene il volume sia sovraccarico di riferimenti obbligatori a Louis Althusser, Michel Foucault e alla teoria post-strutturalista che ogni giovane studioso dei nostri giorni deve disseminare la sua scrittura, la Wedeen scrive realmente in uno stile convincente e ha una risposta di una semplicità disarmante: il culto della personalità ha rafforzato il potere di Assad dimostrando che "il suo regime può obbligare la gente a dire cose ridicole e ad affermare l'assurdo". Se qualcuno arriva a credere alle sciocchezze diffuse dal regime, questo è un vantaggio; per tutti gli altri che sono costretti ad assorbire e a ripetere le insulsaggini del culto, ciò funge da potente "meccanismo di controllo sociale". Il bello della cosa è che, più un siriano è scettico più il culto della personalità l'opprime.
La sola leggerezza di questo studio morbosamente interessante può essere ravvisata in un lungo capitolo in cui la Wedeen passa in rassegna le barzellette, le vignette satiriche, le arguzie e le voci, clandestine e tollerate, attraverso le quali i siriani riescono a esprimere il loro odio dei dirigenti politici. Nel complesso, l'autrice dimostra in modo convincente che "la storia politica contemporanea non può essere compresa indipendentemente dal culto [della personalità] di Hafez al-Assad". Con fortuna, il suo eccellente studio segnerà una svolta e d'ora in avanti i giornalisti e gli studiosi delle scienze sociali si occuperanno delle realtà del regime di Assad.