La stessa ondata d'immigrazione che portò i primi levantini negli Stati Uniti li condusse altresì in altri Paesi nelle Americhe. (Talvolta questo accadeva non intenzionalmente: Shafik Handal, il leader sandinista, una volta ha raccontato che suo nonno si era imbarcato su una nave diretta in "America" e che si era costernato quando scoprì di non essere negli Stati Uniti ma in Nicaragua). I primi immigrati levantini in Ecuador arrivarono intorno al 1850 e in modo più massiccio negli anni 1880 e 1890, ed erano quasi tutti cristiani. Come negli Stati Uniti, molti dei primi immigrati facevano i venditori ambulanti per poi passare ad avere dei negozi veri e propri. Anche in Ecuador gli uomini arrivarono per primi e solo più tardi furono raggiunti dalle mogli. Essi cercavano di stabilirsi nella capitale commerciale dell'Ecuador, Guayaquil. Furono oggetto di pregiudizi, lavorarono molto sodo e investirono quasi tutti nei loro figli (ai quali davano dei nomi interessanti e ambiziosi come Averroè e Avicenna).
L'eccellente storia di Roberts traccia l'ascesa della comunità libanese dai debutti modesti alla sua attuale condizione di straordinario successo, sia negli affari che nella vita pubblica. Protagonista della politica fu Assad Bucaram Elmhalim (nato nel 1916); molti altri lo seguirono. Nel periodo che precedette le elezioni presidenziali del 1996, i tre candidati più promettenti erano di origine libanese: il vicepresidente Alberto Dahik Garzozi; il sindaco della capitale, Jamil Mahuad Witt; e l'ex-governatore Jaime Nebot Saadi. Ma nessuno di questi tre vinse: piuttosto la vittoria andò a un quarto libanese, Abdala Bucaram Ortiz, un altro ex-sindaco. Ma questo personaggio magniloquente fu incriminato e un anno dopo fu rimpiazzato da Mahuad. Benché quest'ultimo sia stato operoso e responsabile, nel gennaio 2000 anche lui è stato costretto a dimettersi.