La curatrice di quest'opera osserva nella sua prefazione che nessun arabo o musulmano dei tempi moderni "ha mai visitato al-Andalus e ha visto i suoi grandi monumenti islamici senza provare orgoglio e rimpianto allo stesso tempo". Ma la nostalgia si estende anche agli altri. Gli ebrei la ricordano come un'età dell'oro, come fanno più di qualche spagnolo e altri cattolici. I romantici, gli storici della scienza e della filosofia, gli etnomusicologi e altri sono particolarmente interessati alla Spagna musulmana (711-1492).
Per commemorare il quinto centenario della sua scomparsa, la Jayyusi ha organizzato una conferenza a Granada con la presenza di re Juan Carlos, per esaminare ogni aspetto della vita andalusa dalla storia politica alla cucina, dalle pratiche religiose al giardinaggio. Il risultato è un compendio in due volumi che contiene tutto ciò che un non-specialista potrebbe voler sapere sull'argomento.
Di particolare interesse sono gli articoli che, nello spirito del titolo dell'opera, mostrano l'impatto storico della Spagna musulmana. Abbas Hamdani spiega nei dettagli il contributo misconosciuto ma vitale che essa ha dato ai viaggi delle grandi scoperte geografiche, compresi gli avvenimenti poco conosciuti come il viaggio portoghese alla Mecca. Luce López-Baralt rivela la lunga e profonda riluttanza a riconoscere il debito letterario verso al-Andalus, ma come questo poi sia rapidamente cambiato negli ultimi anni, al punto che uno scrittore, Juan Goytisolo, ha simbolicamente concluso il suo romanzo Juan senza terra, in lingua araba.