Un titolo lungo e maldestro oscura una tesi chiara e diretta: ossia che Israele ha vinto la sua guerra d'Indipendenza contro gli arabi nel 1948-49 soprattutto grazie al fatto di essere riuscito ad aggirare l'embargo sulle armi che le grandi potenze avevano imposto a tutti i combattenti. Secondo Ilan, che ha avviato questo progetto di ricerca nel Dipartimento di Storia delle Forze di difesa israeliane, "anche se gli eserciti arabi avevano cominciato la guerra con un equipaggiamento migliore rispetto a quello dell'esercito israeliano, la loro organizzazione difettava dall'inizio e le scorte di munizioni e di pezzi di ricambio erano quasi vuote. In seguito, a causa delle restrizioni dell'embargo, le loro precedenti fonti di approvvigionamento e di conoscenze tecnologiche militari sono state tagliate" e le forze arabe non sono riuscite a rimpiazzarle in modo soddisfacente. "Al contrario, le forze israeliane, che sono state altresì duramente toccate dall'embargo, sono tuttavia riuscite a importare una quantità considerevole di armi e forniture, a produrre da sole certi tipi di armamenti e a ottenere una notevole competenza militare straniera". Questa differenza ha concesso agli israeliani un vantaggio strategico decisivo.
Per dimostrare la sua argomentazione, Ilan analizza minuziosamente ogni embargo – soprattutto quello degli Stati Uniti, dei britannici e dei sovietici – come pure i tentativi da parte del Medio Oriente di aggirarlo. Le sue fonti, naturalmente, sono molto più complete per la parte israeliana piuttosto che per quella araba, ma la sua totale padronanza dell'argomento impregna lo studio di grande autorevolezza. Con una punta di convincente revisionismo, egli mostra che l'utilità delle armi cecoslovacche per Israele è stata "esigua", avendo avuto assai meno importanza di quel che si crede; e che Stalin non aveva un piano generale per aiutare Israele.