Un supervisore americano in Tunisia rimprovera un impiegato del luogo per la sua abitudine di arrivare in ritardo al lavoro, e lo fa davanti ai sottoposti del tunisino. Al che, l'impiegato replica incollerito: "Sono di buona famiglia! So chi sono e qual è la mia posizione nella società!" Nel sentire ciò, non c'è dubbio che la maggior parte degli americani risponderebbe con incredulità chiedendosi: quest'uomo parla della famiglia o dello status sociale? Ma per la Nydell, una specialista di lingua araba con una lunga esperienza in Medio Oriente, non c'è nessun mistero: il tunisino "ha avvertito una minaccia al suo onore e non si è affatto preoccupato di occuparsi del problema in questione".
Gran parte di quest'eccellente indagine sulle usanze arabe sorprenderà il novizio; gli esperti potrebbero trovarvi una spiegazione in modelli riconoscibili, ma un po' enigmatici. Qualche esempio cruciale del volume: fare dei favori è un concetto che fa parte dell'amicizia fra arabi piuttosto che fra gli occidentali. Instaurare un buon rapporto personale "è il fattore più importante per fare affari fruttuosi con gli arabi". "Per gli arabi, l'onore è più importante dei fatti". "Le persone sono più importanti delle regole". Le buone maniere sono "il fattore principale " nella valutazione del carattere. La Nydell rileva a giusto titolo che gli occidentali che risiedono nei Paesi arabi appartengono automaticamente alle classi più elevate, con tutti i vantaggi (prestigio sociale) e gli obblighi (un'ottima cura della propria persona, non svolgere alcun lavoro manuale in pubblico) che ciò implica. "La fedeltà e gli obblighi familiari hanno la precedenza sulla fedeltà agli amici o sulle esigenze di un impiego". Nulla d'innovativo qui, ma delle considerazioni reali e utili.